Giovedì 16 Agosto

Sveglia alle nove e mezza e dopo circa un’oretta e mezza per fare colazione e prepararmi, alle undici, nonostante il cielo minacciasse pioggia, sono uscito a fare un giro.

Non avevo una destinazione precisa e camminando per il Maidan Nezalezhnosti (Майдан Незалежності) sono arrivato dalla parte opposta, alle spalle del centro commerciale (Globus). Da quella posizione rialzata, si può vedere tutta la piazza con la sua estremità a forma di semicerchio da cui partono alcune vie, tra cui quella che porta al mio appartamento.

Il tempo di fare qualche foto e proseguo per la casa con le chimere (ucraino Будинок з химерами- Budynok z khymeramy), dovendo fermarmi ad estrarre l’ombrello dallo zaino. Che palle questa pioggia!

Quasi per miracolo, in prossimità del palazzo del Presidente la pioggia si ferma, il che mi da la possibilità di immortalare sia il palazzo che quella stranissima costruzione con gli animali sul tetto.

La Casa con le Chimere, nota anche come Horodetsky House, è stata costruita nel 1903 ed è stata la residenza ufficiale del presidente Victor Yushchenko dal 2005. È l'esempio più notevole di Art Nouveau in Ucraina ed è stata progettata dall'architetto Vladislav Horodetsky (1863-1928), soprannominato il Gaudí di Kiev che ha vissuto e lavorato in essa per dieci anni, tra il 1903 e il 1913. Le sue facciate sono ornate con scene di caccia e animali fantasiosi, dovute sicuramente al fatto che Horodetsky era un grande appassionato di caccia. I lavori di restauro presero avvio agli inizi del 2000, dopo di che la Casa delle Chimere venne adibita a ricevimenti ufficiali della presidenza della Repubblica. Ai lavori di restauro ha partecipato anche lo scultore italiano Emilio Sala.

La parentesi asciutta si chiude dopo 10 minuti ed una volta ricominciato a piovere, visto che l’ombrello tascabile non mi dava molta sicurezza, decido di avvicinarmi all’appartamento. Manco a dirlo, arrivo giusto all’ingresso del Globus (Глобус) che si scatena il finimondo ed una volta sbucato dall’altra parte della piazza, ho aspettare prima di fare gli ultimi centro metri. Pioveva così tanto che si era formata una piccola folla sotto la tettoia e non usciva nessuno.

Ad un certo punto, stanco di aspettare, sono andato lo stesso, anche se veniva giù tutta l’acqua possibile.

Rientro in appartamento alla 14 e mentre aspetto che smetta di piovere ne ammazzo il tempo facendo pranzo. Alle 15:30 la situazione si normalizza, sembra che abbia smesso di piovere e posso uscire di nuovo.

Cercando informazioni sulla città, in diversi siti avevo visto un stupendo edificio, con un colonnato stile “Casa Bianca” e mi ero segnato l’indirizzo per andarlo a visitare. Nonostante avessi il navigatore però, ho avuto molta difficoltà nel trovarlo. Si trattava, non l’ho ancora detto, del Museo Nazionale d’Arte Ucraina.

Da internet: museo di Kiev interamente dedicato all’arte figurativa ucraina, che spazia dalle opere provenienti dalla Rus’ kieviana fino a quelle contemporanee. Il museo venne progettato dall’architetto Vladislav Horodetsky (lo stesso della “Casa con le Chimere”) e fondato nel 1898 come un Museo dell’Arte e dell’Antiquariato di Kiev. La facciata rispecchia un’architettura classica, con il portico a sei colonne doriche e il fregio in cui è rappresentato il Trionfo delle Arti. Tra gli oltre 40.000 pezzi esposti nel museo spiccano le icone che rappresentano la più grande collezione ucraina, tra cui, la più famosa è il San Giorgio con agiografia che risale al XII secolo.

Il museo si trovava a poche decine di metri dalla chiesa di San Andrea (Андріівський собор) ma il passaggio che dava sull’Andriyivsky Descent (Андріївський узвіз), non era molto visibile, bisognava conoscerlo. A quel punto, visto che mi trovavo nei paraggi, sono tornato nella cattedrale di Sant’Andrea, questa volta aperta al pubblico ed ho potuto fare qualche foto anche all’interno.

Quando manca poco alle 17 decido di tornare a casa, passando prima a fare due foto sia alla chiesa di San Michele (Михайловська церква) che a quella di Santa Sofia (Софійський собор). C’erano ormai ampi sprazzi di sole ed era un peccato non immortalare quelle bellezze dai colori pastello e le cupole dorate.

Passo a fare una doccia veloce ed esco quasi subito per incontrare Katerina, alle 18:30 in Хрещатик (Kreshatik).

Dopo gli ultimi giorni di pioggia quasi costante e le temperature che erano scese fino a 13 gradi, finalmente si vedeva un bel sole e l’aria era tornata decisamente più calda. Peccato che fosse il giorno prima della partenza.

Arriva Katerina, più o meno puntuale e mentre passeggiamo realizzo che ho quasi terminato le grivne e che devo fare ancora i regali. Non c’è problema, ho pensato, alla prima banca che troviamo faccio un prelievo. Sapevo già che in Ucraina non potevo usare il bancomat, per l’assenza del circuito V-Pay ma potevo farlo tranquillamente con la carta di credito, come già successo nei viaggi precedenti.

In teoria avrebbe dovuto essere così ma in pratica, dal primo bancomat che ho incontrato, non sono riuscito a prelevare. Mi segnalava un problema con la carta ma proprio non capivo di cosa si potesse trattare. Il logo della Visa era chiaramente presente nell’ATM e con la carta avevo pagato di tutto in quei giorni. Ho trovato la cosa molto strana ma non me ne sono fatto un problema, ho pensato “prendiamo un’altra banca e funzionerà di sicuro”.

Il mio ottimismo svanisce ben presto, quando, dopo essere passati in altre tre banche, abbiamo riscontrato sempre lo stesso problema. Cavolo, adesso che facciamo?? La tessera bancomat non funziona, la carta di credito mi da errore ed ho solamente 25 euro da poter cambiare. In teoria, a parte la cena ed il pranzo del giorno seguente, avrei dovuto pagare solo il taxi per l’aeroporto e con qui soldi ce l’avrei fatta in scioltezza, però sarebbero saltati regali e souvenir.

Mentre torniamo verso l’appartamento, faccio un ultimo tentativo al bancomat delle poste centrali, nell’angolo della piazza. A questo punto mi rendo conto che quando le cose vanno male non bisogna mai lamentarsi perché potrebbero andare peggio. Infatti, se fin’ora non ero riuscito ad avere i soldi, almeno mi avevano ridato la carta e quà invece succede qualcosa di strabiliante.

All’inizio della procedura ho gridato addirittura al miracolo perché quello sportello era il primo in cui sono potuto arrivare ad inserire il codice, mentre in tutti gli altri la procedura si era interrotta prima. Ho pensato che finalmente era la volta buona.. fuori i soldi!!

Appena inserito il pin, sicuro che di lì a poco avrei avuto in mano delle grivne calde calde, il display segnala un errore in lingua ucraina e dopo qualche secondo addirittura si spegne e si riavvia, dimenticandosi perfino di ridarmi la carta di credito. Oh cazzo!

Faccio chiamare il numero dell’assistenza da Katerina e dopo qualche minuto la vedo perplessa. Praticamente non c’era nulla da fare, la carta rimaneva dentro e sarebbe stato possibile riprenderla solo con l’intervento di un tecnico, la settimana successiva.

Ormai rassegnato, provo a chiamare la mia banca per poter almeno bloccare la carta ma essendo un numero italiano ottengo solo di prosciugare il credito telefonico della mia sim ucraina, senza riuscire a parlare con un operatore.

Riflettendoci, penso che la carta di credito sia comunque al sicuro e che nessuno avrebbe potuto rubarla da li dentro e per bloccarla avrei avuto tutto il tempo il giorno seguente, una volta arrivato in Italia. Per sicurezza torniamo in appartamento ma collegandomi al sito della ING Direct non ho trovato nessuna procedura diversa dalla chiamata telefonica per bloccarla.

Erano le 20:30, eravamo nel mio appartamento, non avevo soldi e dovevamo cenare... proprio una bella situazione. Per fortuna Katerina si fa venire la brillante idea di mangiare in casa, ordinando qualcosa su internet e provvedendo lei al pagamento.

Durante l’attesa della mia pizza e del suo sushi, le chiedo di contattare un taxi per andare all’aeroporto, il giorno seguente. Dopo tante sfortune, finalmente un ottima notizia: riesce a trovare una compagnia che mi porti al Boryspil (circa 35 km) per solo 125 grivna (12,5 euro), quasi la metà del prezzo medio.

Alle dieci arriva il pony che ci consegna la cena. Al momento di aprire il cartone provo un mix di curiosità e paura. Chissà come sarà questa pizza ucraina? Sarà commestibile? Apro la confezione e mi tranquillizzo immediatamente: è grande, bella e con quell’aspetto non può essere cattiva.

Katerina nel frattempo, impegnata con il sushi, usava le bacchette meglio di Ringo Star! Si capiva che aveva una certa dimestichezza con quegli arnesi. In effetti non era di certo la prima volta che mangiava quei “tramezzini” giapponesi (in Giappone il Sushi ha la stessa considerazione dei nostri tramezzini). Non se ne capisce il motivo ma in Ucraina stanno spuntando Sushi Bar e ristoranti giapponesi come funghi.

La pizza era buona ma talmente grande che ne ho mangiata solo metà. Finito di cenare accompagno Katerina alla metro, la ringrazio per la sua disponibilità e la saluto con un grande abbraccio.

Rientro immediatamente e dopo il classico giro su internet, all’una sono andato a dormire.



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Aggiornato: 15.01.13