Domenica 26 Aprile

Essendo la domenica il giorno del signore, non mi andava di svegliarmi per andare con gli altri e così sono rimasto sul letto fino alle 10. Ho scritto "rimasto sul letto" e non "svegliato" perché la sveglia me l'avevano già data i miei due compagni che si erano svegliati uno alle 8:30 e l'altro alle 9.

Quando alle 11 stavo per uscire da solo, rientrava Paolo che non era andato con gli altri e dopo aver contattato Michele per sapere il programma della giornata, ci eravamo incamminati verso Harrod's, la prima delle loro tappe. Appena arrivati avevo chiesto un aggiornamento sulla loro posizione ma purtroppo se n'erano già andati. Noi potevamo comunue visitarli ma Paolo mostrava indifferenza ed io li avevo visti l'anno precedente così abbiamo deciso di raggiungere il gruppo al Natural Hystory Museum, poco distante.

Il Museo di storia naturale (The Natural History Museum) è sede di collezioni di biologia e geologia e comprende circa 70 milioni di reperti. Vi sono cinque collezioni principali: botanica, entomologia, mineralogia, paleontologia e zoologia. Vi è inoltre un giardino botanico contenente molta fauna e flora native.

Praticamente è il paradiso di ogni bambino dove, già nell'ingresso, c'era il gigantesco scheletro di un dinosauro a darci il benvenuto. Non essendo però noi dei bambini e dovendo rincorrere gli altri che avevano quasi finito, ce lo siamo guardato molto velocemente fermandoci solo per qualche foto con gli animali più strani.

La cosa che più mi ha colpito del museo è stata, nel bene e nel male il "contenitore". Un non so bene come definire, se palazzo o castello, comunque una struttura di eccezionale bellezza architettonica a cui però è stata appiccicata una parte moderna che non c'entra niente. Un orrore architettonico!

Dopo aver visto tante bestie feroci, alle 13:45 siamo usciti affamati, in cerca di cibo anche noi. Tornati nei pressi di Harrod's, siamo entrati finalmente dentro un McDonald's, il primo della vacanza. Ho mangiato e bevuto meglio al Mac con 4 sterline che al Modern Tate con 24. McChicken, patate fritte e coca contro una bistecca in cenere ed un vino portoghese che sapeva di moquette.

Usciti dal ristorante americano abbiamo casualmente ritrovato gli altri, di cui avevamo perso le tracce. Tutti ad Hyde Park, spronati all'euforica Nadia (la guida) che ce lo aveva descritto come supermegafantasmagorico.

Alle 15 siamo entrati nel parco che era carino ma era comunque sempre un lago con un prato intorno. Non capivo il perché ci era stato descritto quasi come un luogo fatato. Donne..

Dopo un'ora di relax nel parco, avendo notato che eravamo rimasti senza soldi sui cellulari (sia io che Paolo) avevamo deciso di tornare in hotel, dove potevamo usare internet gratuitamente, per fare le ricariche.

Nel frattempo ci aveva chiamato Andrea (l'altro compagno di stanza) a cui avevamo dato appuntamento in camera per le 16:30.

Dopo la brutta esperienza del giorno prima (in giro dalle 9 della mattina alle 2 di notte) avevamo deciso di buttarci un po sul letto per riposarci. Andrea invece, dopo aver ricevuto un sms da un suo amico che abitava a Londra, era uscito quasi subito passare la serata con lui.

Alle 18, belli riposati, avevamo deciso di ripartire. Avendo saputo che Michele andava al Tower Bridge ed essendo dall'altra parte della città, avevamo chiesto informazioni in hotel sul modo più economico per raggiungerlo. Le opzioni erano 3: taxi, autobus o metropolitana. Escluso il primo perché "very expensive" ed il secondo perché troppo complicato, non ci rimaneva che la metro, semplice e comodissima.

Non era proprio una gran cosa fare un biglietto giornaliero da 5,6 sterline alle 18:30 ma pensavamo di ammortizzarlo usandolo anche per il ritorno.

Alle 18:45 siamo arrivati finalmente a destinazione e dopo una rincorsa infinita dal Tower Bridge all'altro ponte (non so se abbia un nome) alle 20:15 finalmente avevamo raggiunto il gruppo, proprio per la cena.

Io e Paolo non avevamo per niente voglia di andare a mangiare in un ristorante e perdere tutto quel tempo ma dopo il pomeriggio passato a rincorrerli, una volta raggiunti, sarebbe stato da cafoni andare a cena da soli.

Rassegnato allo slow food, li seguo al Café Rouge, un ristorante francese vicino al Tower Brige dove non abbiamo mangiato malissimo, a parte una cosa incomprensibile fatta di formaggio liquido con una panatura esterna croccante.

Alle 22:15, dopo un po di foto in notturna al famoso ponte, avevamo deciso di abbandonare il gruppo e tornare in hotel con la metro. Paolo, la madre, un'amica della madre ed io ci eravamo sganciati ma anche gli altri comunque si stavano organizzando per tornare.

Alle 23:40 eravamo in camera e dopo aver recuperato un po di forze, verso mezzanotte e trenta avevamo deciso di tornare in centro. Era quasi un obbligo tornare in centro. Era l'ultima sera ed anche se distrutti dovevamo farlo, che uomini saremmo stati altrimenti!?

Siamo arrivati a Piccadilly e... sti cavoli! Non c'era praticamente nessuno in giro! Oltre alle 10 sterline del taxi (20 con il ritorno) ci siamo fatti convincere anche a salire in una discoteca per la modica cifra di 5 pounds, deserta anche quella.

La nostra domenica era finita alle 3, quando finalmente ci siamo potuti mettere a letto.


Le foto del giorno

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Aggiornato: 30.12.09