Domenica 29 Gennaio

Sveglia alle 8:30, la solita ottima colazione ed alle dieci siamo usciti, lasciando la camera e depositando i bagagli alla reception. Abbiamo iniziato questa nostra ultima giornata portoghese con la visita la Casa da Música, un bellissimo edificio adibito a sala concerti ed eventi culturali.

Casa da Música, è una importante sala concerti, progettata dall'architetto olandese Rem Koolhaas ed è stata costruito nell'ambito del progetto Porto per la Capitale Europea della Cultura nel 2001, ma fu terminata soltanto nel primo semestre del 2005 e divenne subito un'icona nella città. L’edificio, ubicato nel centro storico della città, si presenta come un grande fungo di calcestruzzo bianco dagli angoli spigolosi, circondato su tre lati da vecchi isolati caratterizzati da una tipologia mista di edifici, dai più semplici ai più deteriorati a quelli più signorili. La struttura è stata infatti concepita dallo studio Oma come opera di cerniera tra la vecchia e la nuova Porto.

Abbiamo fatto un giro all’interno ma quando ci hanno chiesto dei soldi per proseguire siamo usciti a gambe levate, sia perché di domenica mattina non volevamo sentir parlare di cultura, sia perché eravamo stretti con i tempi e volevamo andare a pranzare a Matosinhos, città sul mare ad una decina di km da Porto.

Alle 11 siamo alla fermata della metro (Casa da Música) che purtroppo di domenica ha delle corse ridotte e ci tocca aspettare ben 22 minuti prima che passi a prenderci, per arrivare al capolinea in poco meno di mezz’ora. Purtroppo però, il nome della fermata “Senhor de Matosinhos” ci ha tratti in iganno e saremmo dovuti scendere qualche fermata prima (Mercado o Brito Capelo). Usciti dalla metropolitana ci siamo trovati nei pressi del porto commerciale e non sul lungomare come speravamo.

Non sapevamo di preciso cosa fare, eravamo un abbandonati a noi stessi e non c’era una stazione vera e propria con qualcuno a cui chiedere informazioni. A quel punto abbiamo iniziato a camminare verso il porto. In giro non c’era assolutamente nessuno e male che fosse andata saremmo tornati indietro a prendere di nuovo la metro.

Dopo più di venti minuti di cammino, non avevamo ancora trovato il lungomare ma almeno c’erano i ristoranti e stavano iniziando tutti quanti a preparare per il pranzo. “Rua de Heròis de Franca” da lontano sembrava in fiamme, con tutto quel fumo che proveniva dai barbecue ai bordi delle strade. Ogni ristorante infatti arrostiva il proprio pesce all’aperto, in mezzo alla strada e passando lì vicino siamo stati catturati dall’odore invitante. Nonostante l’orario (erano le 12:25), visto che c’eravamo, abbiamo scelto un ristorante e siamo entrati.

Visto l’orario, non potevamo che essere i primi e gli unici avventori ma questo non ci ha scoraggiato ed abbiamo ordinato senza paura polipi, pesci spada e salmoni accompagnati da un bianco della casa. Nel frattempo iniziavano ad arrivare anche i portoghesi e per quando siamo andati via, alle 13:30, il ristorante era bello che pieno. La spesa complessiva è stata di 75 euro che tutto sommato era più che regolare.

Riprendiamo il cammino chiedendo subito ad un cameriere quale fosse la direzione per il mare e questo ci dice di proseguire per una cinquantina di metri e svoltare a destra. Eccolo, lo abbiamo trovato finalmente!

Arriviamo sul lungomare e veniamo accolti da un paio di ristoranti con i tavoli all’aperto che facevano molto estate, il tutto condito da bambini che giocavano sulla sabbia, una rete da beach volley ed addirittura qualcuno che faceva anche il bagno. Era proprio una bellissima giornata anche se l’aria non era proprio quella di agosto.

Ci facciamo tutto il lungomare fino ad arrivare a quello stranissimo monumento in fondo che avrebbe dovuto rappresentare credo, uno strumento di pesca ed un castello/fortezza proprio sul mare: Castelo do Queijo, conosciuto anche come Forte de São Francisco Xavier. Per fortuna c’era anche la fermata dell’autobus e, con ancora più fortuna, passava proprio mentre avevamo capito che era il nostro. Siamo saliti che erano le 14:25 e siamo arrivati in Piazza degli Alleati (Praça dos Aliados) alle quindici in punto.

Avevamo ancora del tempo a disposizione che abbiamo impiegato per l’ultima passeggiata in Rua de Santa Catarina, per tornare a prendere le valigie dopo un’ora circa. Alle 16:15 siamo usciti dalla Pensão Avenida, bagagli al seguito, per andare all’aeroporto.

Un tempo di percorrenza normale sarebbe stato di circa 35 minuti ma nel cambio di linea di Trinidade abbiamo dovuto aspettare ben venticinque minuti. Abbiamo raggiunto l’aeroporto solamente dopo un’ora ma per fortuna eravamo larghi con i tempi, essendo partiti per tempo.

Nessun problema particolare al controllo bagagli ma panico invece al momento dell’imbarco, quando è arrivato il personale della Ryanair che si è messo a controllare a tappeto tutti i passeggeri. I controlli riguardavano non solo il peso, come spesso accade, ma anche la famigerata prova del cestello dove in moltissimi non riuscivano ad infilare il bagaglio e venivano multati.

Una cosa del genere mi era accaduta anche a Valencia dove la mia tattica di entrare per ultimo mi aveva premiato e questa volta avevo pensato di provare lo stesso metodo. Man mano che ci avvicinavamo al gate speravo che i controlli finissero ma questi, imperterriti, non se ne volevano andare, nonostante fossimo in ritardo.

Non ero proprio ultimo ma dietro di me ce n’erano pochissimi e mi ero preparato al peggio, visto che anche quello davanti era stato controllato. Non avevo problemi con il peso, essendo sotto i 10 kg, ma nonostante la mia borsa non fosse di quelle rigide, non sarebbe entrata nel cestello a meno di non averle dovuto usare violenza, massacrandone il contenuto. Giuro che quando è stato il mio turno… i controlli erano terminati!!!

In cinque anni di viaggi, quattro/cinque viaggi all’anno non ho mai subito il controllo delle dimensioni del bagaglio né con la Wizzair ne tantomeno con la Ryanair.

Siamo decollati alle 19:35, con venti minuti di ritardo sull’orario ufficiale, per atterrare a Ciampino alle 22:05 (23:05 italiane), cinque minuti in anticipo. Siamo letteralmente volati. Recuperiamo il bagaglio di Simone dai nastri e dopo tre minuti di attesa veniamo recuperati dalla navetta del “Low Cost Parking”.

Siamo partiti dal parcheggio quando mancavano dieci minuti a mezzanotte per arrivare a casa, dopo una pausa in autogrill, alle tre in punto. Ovviamente la mattina sono andato regolarmente al lavoro.



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Aggiornato: 15.09.12