Venerdì 21 Maggio

Venerdì 21, il giorno del ritorno a Riga. Ci svegliamo alle 8:30 ed usciamo per fare colazione, scegliendo questa volta il Double Coffee su Gedimino, vicino al McDonald’s. Era un’altra bellissima giornata, non ancora molto calda e si stava benissimo all’aperto. Dopo il cappuccino ed una fetta di dolce, alle 10:15 siamo tornati all’appartamento per fare le valigie ed andarcene.

Partiti che erano quasi le 11, come prima destinazione avevamo l'antico santuario di Šiluva dove la Madonna apparve ad alcuni pastorelli nel 1608, per la prima volta in Europa. Papa Giovanni Paolo II lo visitò nel 1993 ed è senza dubbio il santuario più popolare della Lituania. Siamo arrivati, senza grosse difficoltà per trovarlo, dopo due ore e mezza e nonostante fosse così importante sulla carta, non era ne grandissimo ne frequentatissimo.

Nel piccolo parcheggio, proprio davanti ad un supermercato, c’erano appena due auto e non erano di fedeli mariani ma di lituani con il frigo vuoto, visto che uscivano dal negozio con la borsa della spesa. Ci avviciniamo al santuario, ad un centinaio di metri dal parcheggio, attraversando un grande piazzale con al centro una statua della madonna ed in fondo quella di Giovanni Paolo II. Alcuni operai stavano montando una copertura sopra ad un altare all’aperto, segno che da li a qualche giorno, ci sarebbe stata qualche cerimonia importante.

Continuiamo a camminare e vediamo tutto intorno alla chiesa un piccolo cimitero, fatto di croci e lapidi piantate nel terreno ed un paio di signore che pregavano su una di queste. Forse non lo è, ma mi è sembrato un strano come posto per un cimitero, proprio intorno ad un luogo di culto così importante. Nel frattempo siamo arrivati all’ingresso della chiesa e passiamo di colpo dai 25/28 gradi esterni ai 15 che stavano dentro. Brrrr!

La chiesa, di forma quadrangolare, non era grandissima ed aveva al centro una statua della Madonna posta al di sopra di un altare. Dentro c’era solamente una signora inginocchiata a pregare e noi due che facevamo qualche foto, non moltissima gente. Come gli altri monumenti di Vilnius, mi ha colpito la pulizia ed il candore di quella costruzione quasi fosse stata imbiancata il giorno prima.

Usciamo dal santuario e nella stradina di fronte vediamo un piccolo negozio di souvenir che prima era chiuso. Forse ci sono dei sensori all’interno della chiesa che avvertono il negoziante della presenza di turisti. Facciamo un giro all’interno senza trovare nulla che attirasse la mia attenzione, tutto troppo strettamente di carattere religioso, mentre Simone, gioia di tutti i negozianti del mondo, ha comprato un paio di santini.

Alle 14:15 lasciamo Šiluva alla volta di Šiauliai, per vedere la famosa Collina delle Croci.

Da Wikipedia: La Collina delle Croci è un luogo di pellegrinaggio ed una meta turistica che si trova nei pressi della città lituana di Šiauliai, lungo la strada E77 che collega Kaliningrad a Riga. Si tratta di una piccola altura su cui si ergono oltre cinquantamila croci, piantate per devozione dai pellegrini secondo una tradizione popolare che dura da alcuni secoli, ma che ha preso un enorme impulso nella seconda metà del XX secolo come simbolo dell'identità nazionale lituana. Nel 1900 c'erano soltanto 130 croci sulla collina.

Durante l'epoca sovietica, per tre volte le croci della collina furono completamente abbattute, ma ogni volta ricomparivano sempre più numerose. Oggi si contano circa 56.000 croci di ogni dimensione, foggia e materiale, da piccole croci in plastica fabbricate in serie a croci artistiche monumentali. La Collina delle Croci fu visitata il 7 settembre 1993 da papa Giovanni Paolo II. Il crocefisso da lui donato è stato posto ai piedi della collina.

Trovare “the Hill of the Cross” non è stato facilissimo, essendo una decina di km fuori dal centro di Šiauliai e tutti quelli a cui ho domandato non mi hanno saputo dare informazioni su come raggiungerla. Per fortuna un ragazzo mi ha detto della presenza di un information point a cui sono arrivato camminando per 10 minuti nella via principale della città e li ho potuto trovare tutto quello che cercavo: mappa, indirizzo e nome lituano scritto su un foglietto, da mostrare al passante di turno per chiedere informazioni.

Siamo arrivati al viale alberato, sulla destra rispetto alla strada principale, subito dopo aver passato il ponte sul fiume (queste erano le indicazioni) alle 16:20. Giungiamo al parcheggio dove questa volta ci sono almeno una corriera e diverse auto, non come il deserto santuario di Šiluva. Per arrivare alla collina dobbiamo camminare per qualche minuto sotto al sole e devo dire che faceva veramente caldo.

Finalmente arrivati, non c’è altro da fare che fotografare, salire sulle scalette che attraversano le croci e scendere dall’altro lato. Togliendo il significato storico-religioso di quel luogo, non erano altro che 56000 croci piantate tutte insieme ed al massimo si poteva dire una preghiera. Era una visita che portava via poco tempo, a parte quell’ora persa per trovarlo.

Alle 17 ripartiamo e questa volta diretti a Riga, senza nient’altro da visitare lungo il tragitto. La via per arrivarci era una grande strada a due corsie per senso di marcia, in mezzo alla natura, con un paesaggio pressoché sempre lo stesso fatto di alberi, alberi, alberi, prati e qualche mucca. Non autostrade come le intendiamo in Italia ma una semplice grande strada senza nulla intorno e senza nemmeno tante stazioni di servizio.

Arriviamo finalmente al Dodo Hotel quando erano le 18:40, spegniamo la macchina e mi presento alla reception. Eravamo, oltre che stanchissimi, anche affamati e non vedevamo l’ora di poter salire in camera e farci una doccia per poter poi uscire a cercare un ristorante. Purtroppo però a questo punto iniziano i problemi.

Premetto che quando ho prenotato su internet c’era disponibile una doppia ma il giorno dopo mi hanno mandato una mail dicendo che non c’era una doppia e dovevo prendere una matrimoniale, se mi andava bene lo stesso. Avevo accettato solo perché l’hotel era nuovo, costava poco, aveva il wifi ed il parcheggio interno e soprattutto perché mancavano pochi giorni alla partenza e non mi andava di mettermi a cercare qualcosa’altro.

Ma torniamo alla receptionist..

Mi dice che purtroppo erano arrivate tante persone di qualcosa che non ho capito e non aveva posto per noi ma tirando fuori delle stampe mi mostra la mappa dell’hotel Toss e mi dice che ci avrebbe trovato quest’altra sistemazione allo stesso prezzo e delle saune gratis come bonus per il disagio. Visto che avevamo la macchina e già eravamo fuori dal centro, abbiamo accettato senza troppi problemi.

Ma i problemi erano nell’aria e quando saliamo in macchina per ripartire si palesano improvvisamente. La macchina non si metteva in moto! Simone apre il cofano cercando di capire cosa fosse successo e non è stato difficile trovare il difetto, visto che la batteria fumava vistosamente. Nella sfiga siamo stati fortunatissimi! Fosse successo in Lituania, lungo il tragitto per Riga, cosa avremmo fatto??

Ritorno dalla signorina dell’hotel, che avevo salutato poco prima, dicendole se poteva farmi il favore di chiamare la Car4Rent e dire che avevamo un problema con la macchina. Lei chiama immediatamente facendomi risparmiare, oltre che soldi sul cellulare, la difficoltà di una conversazione telefonica in inglese ma alla fine ci ho dovuto parlare per cercare di spiegare il problema.

Ripeto qualche volta "problem with battery, electric problem" e mi dicono di aspettare una loro chiamata entro qualche minuto. Aspettiamo 20 minuti seduti sulle scale esterne dell'hotel ed alla fine esce la receptionist dicendo che hanno chiamato e stava arrivando un uomo della società di noleggio.

Alle 19:45 finalmente è arrivato un meccanico muto che senza proferire parola ha aperto il cofano, ha visto la batteria evidentemente rovinata, ha preso gli attrezzi in macchina e l'ha smontata. A quel punto si è diretto verso la sua auto e noi ci aspettavamo uscisse fuori con una batteria dal bagagliaio, invece è entrato nell'abitacolo, ha aumentato un po il minimo ed ha aperto il cofano della sua Audi vecchio modello.

Ci siamo guardati con Simone e ci siamo detti: non mi dirai che questo MacGyver fa una magia e sostituisce le batterie? Così ha fatto! Ha tolto la sua batteria, con macchina in moto e la messa nella nostra Peugeot, poi ha messo la nostra sulla sua macchina, ha verificato se eravamo in grado di ripartire e ci siamo salutati. Il tutto senza dire una parola, perché evidentemente il signor meccanico non parlava una parola di inglese.

Ripartiamo, sempre più stanchi ed affamati e ci presentiamo all'Hotel Toss quando erano circa le 20:20. Facciamo il check-in, ci spiega dove dobbiamo lasciare la macchina e ci fiondiamo in camera per una bella doccia, che mi porta via il 50% della stanchezza. Usciamo quasi subito (21:30) e ci dirigiamo nella Vecriga, il centro storico della città.

Ero già preparato sui parcheggi, avevo studiato e sapevo che dopo le 20 non si sarebbe dovuto pagare. Quando abbiamo lasciato la macchina sul lungofiume però volevamo accertarci di essere in regola ed abbiamo chiesto alla prima ragazza che passava. Questa nonostante il parchimetro fosse scritto nella sua lingua non aveva capito molto e così abbiamo cercato di capire da soli, leggendo dall'inglese. Nel frattempo alzo lo sguardo e vedo un ragazzo poco distante che mi osserva, quasi volesse offrirmi il suo aiuto. Gli chiedo se può aiutarmi e si avvicina.

Anche questo non ci capisce molto, non so per quale motivo ma quando scopre che siamo italiani ci va a chiamare la sua fidanzata. Guarda che combinazione, la bella signorina lettone aveva studiato 6 mesi a Milano e parlava un po di italiano. Ci siamo messi a parlare del più e del meno mentre il ragazzo si era allontanato ma ad un certo punto le ho chiesto come dovevamo fare con il parchimetro questa non ci capiva niente lo stesso e non ci ha saputo dire di meglio che inserire delle monete. Per fortuna una terza ragazza, vedendo quella riunione davanti al parchimetro si avvicina e mi dice che dopo le 20 non si paga, parlando anche con l'altra ragazza che era presente con noi. Questa mi chiede scusa e mi dice che aveva bevuto qualche drink.

Finalmente, riusciti a parcheggiare la macchina, andiamo a cercare quel ristorante che mi era piaciuto tanto nel precedente viaggio a Riga: lo Steiku Haoss.

Entriamo nella old city e sentiamo da lontano della musica ad alto volume che camminando è sempre più vicina. Ad un certo punto ci si apre davanti una piazza con tavoli all'aperto e tantissime persone che mangiano, bevono e si divertono. La temperatura era perfetta, si stava benissimo all'aperto, tanto che, una volta arrivati al ristorante, non siamo riusciti a trovare posto all'esterno.

Era talmente tanta la fame che in quel momento non ci fregava niente che di fuori c'era una sfilata continua di modelle, abbiamo pensato solo a mangiare. Non ero mai entrato dentro allo Steiku Haoss e caspita quanto è grande! Per non parlare delle cameriere una più bella dell'altra (ma a Riga sono tutte così).

Finito di cenare, alle 23:30 siamo usciti dal ristorante e ci siamo tuffati nella folla festosa che riempiva la città. Abbiamo girato un paio di locali e prima delle 4 eravamo di nuovo in camera.

Sono rimasto sorpreso, ancora una volta, di quanto sia facile fare amicizia con la gente del posto. Basta uno sguardo, un sorriso o un saluto e se viene ricambiato (la maggior parte delle volte), si va a parlare con la signorina in questione, sempre molto gentile e disponibile, anche se bella (brutte non ce ne sono in Lettonia).


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Aggiornato: 22.11.10