Sabato 22 Maggio

Nonostante mi fossi messo a letto alle 4:20, dopo tre ore ero già sveglio, come se ne avessi dormite 10 ore. Ho resistito nel letto fino alle 9 poi ho preso la difficile decisione di alzarmi. Simone era nelle stesse condizioni, visto che aveva già acceso la televisione da un pezzo.

Alle 9:30 siamo partiti e, arrivati in centro, siamo andati direttamente in un parcheggio a pagamento senza dover cercare monetine per i parchimetri. Dopo un cappuccino al Double Coffee abbiamo iniziato a visitare la città.

Come prima tappa ci siamo diretti alla stazione centrale dove avremmo dovuto trovare nei paraggi un tradizionale mercato all'aperto che non avevo potuto vedere nel mio precedente viaggio a Riga. Siamo arrivati davanti alla stazione ed ho chiesto ad un paio di persone ma nessuna mi ha saputo dire dove fosse.

Non riuscendo ad avere informazioni da nessuno, abbiamo provato a fare il giro della stazione per vedere se ci fosse qualcosa ed appena abbiamo svoltato l'angolo iniziavano i primi venditori ambulanti. Abbiamo proseguito per qualche metro e ci siamo ritrovati in mezzo a centinaia di bancarelle che vendevano di tutto.

Il Mercato Centrale è un buon posto per assaporare lo stile di vita odierno della città visto che di turisti non ce n'erano molti, forse eravamo gli unici. Il mercato si estende dentro e attorno gli hangar dello Zeppelin risalenti agli anni '30, situati vicino alla stazione degli autobus e a quella ferroviaria. Si tratta di 5 padiglioni, 4 dei quali paralleli e comunicanti tra loro, che occupano un’area complessiva di 16000 M2, raggiungendo, nella bella stagione, una superfice di 72300 metri quadri, con gli spazi esterni.

Usciti dal mercato, ero curioso di sapere cosa fosse quel palazzone enorme che incontravamo nel tragitto da e per l’hotel e visto che eravamo molto vicini, siamo andati a vedere. Ci si presenta davanti un colosso alto decine di piani ma non si vedeva nessuno entrare ed uscire, giusto un paio di persone. Aveva l’aria di essere uno di quei palazzi del potere dell’ex URSS, dall’aspetto un po’ funesto. Senza farmi troppi problemi, ho detto a Simone: andiamo e vediamo che succede. Pensavo, se non si può entrare qualcuno che ce lo dirà..

Siamo entrati decisi e determinati ma le nostre facce da turisti non sono passate inosservate e siamo stati subito fermati (o per meglio dire rincorsi) da un solerte portiere che ci ha fatto notare la presenza di una cassa, dove acquistare il biglietto per l’ascensore (2 Lats, poco meno di 3 euro). Non abbiamo capito cosa ci fosse in quel palazzo ma evidentemente i turisti potevano entrare e nonostante avessi preparato accuratamente il viaggio questa cosa l’ho scoperta per pura casualità.

Sapevo infatti, per esserci stato, della vista panoramica che si poteva osservare sia dallo Skyline bar, all’ultimo piano dell’Hotel Latvija, sia dalla torre della chiesa di S.Peter ma questo palazzone, addirittura più alto, mi era ignoto.

Per il resto, c’è poco da dire.. Siamo saliti, abbiamo fatto delle foto e siamo scesi. A me si fermava il cuore quando mi avvicinavo a meno di un metro dalla balaustra ma un paio di foto dovevo farle e farmele fare. Mamma mia come soffro di vertigini!

Scesi dalla grattacielo siamo tornati verso il centro, avendo appuntamento con la mia amica Kristine che ringrazio ancora una volta per il suo prezioso aiuto nell’organizzazione di questo viaggio, sia per la parte lèttone che per quella lituana, avendo vissuto 6 mesi anche a Vilnius. Ci incontriamo davanti al McDonald’s che erano le 13:15 ed a parte camminare per il centro storico non avevo idea di cosa fare. Si era pensato di andare a visitare una famosa spiaggia lettone ma essendo arrivati tardissimo la sera prima, quel giorno volevo rimanere sempre nella Vecriga ad oziare.

In effetti però, rimanendo nella Old Town ben presto ci saremmo rotti le palle e mi sono lasciato convincere da Kristine ad andare a visitare quella incantevole cittadina che è stata una famosa stazione balneare all’epoca dell’Unione Sovietica ed è ancora oggi molto in auge: Jurmala Beach.

Lungo il tragitto, ad un certo punto incontriamo un posto di blocco ma Kristine ci dice che non è niente, c’è solo da pagare un pedaggio. Jurmala infatti è l’unica città della Lettonia in cui si paga per entrare ma in compenso i parcheggi sono gratis. Lasciamo il nostro lat in una colonnina, tipo quella dei parcheggi, e dopo aver ritirato lo scontrino la sbarra si apre e ripartiamo.

Troviamo un parcheggio abbastanza fortunato ma con la macchina al sole e faceva veramente molto caldo. Dico di lasciare i finestrini un po’ aperti ma la nostra amica ce lo sconsiglia vivamente. Non so se la sua preoccupazione era dovuta al fatto di essere donna (e quindi si preoccupa per tutto) oppure dalla conoscenza della popolazione lettone, fatto sta che tiriamo su tutto e scendiamo.

Percorriamo la lunga via pedonale che porta alla spiaggia, dove ai lati c’erano centinaia di localini, bar, gelaterie, ristoranti e negozi. All’esterno, le bellissime case delle vacanze, dei signori lettoni e soprattutto russi. C’erano delle case bellissime, alcune simili a vere e proprie regge se non addirittura a dei piccoli castelli. Immancabili nei parcheggi, auto che la più piccola era la Porsche.

Finalmente, dopo una lunga camminata sotto il sole, arriviamo al mare. Ci si presenta davanti una lunga spiaggia di sabbia con un milione di persone che erano a prendere il sole. Siamo partiti dall’Italia che ci voleva il cappotto ed arriviamo nel nord Europa che stanno tutti al mare.. le stranezze del meteo. Ricordo che l’anno scorso era accaduta la stessa cosa quando siamo andati ad Oslo, in Italia aveva nevicato nei vicini Appennini ed in Norvegia c’erano 30 gradi e stavano tutti al mare.

La famosa spiaggia lettone non era altro che una lunga distesa di sabbia senza la minima attrezzatura come siamo abituati noi in Italia. Nessuno stabilimento balneare, nessun chiosco con le bibite e soprattutto nessun venditore ambulante! Quasi quasi mi informo su come ottenere una licenza per uno chalet e vado a lavorare in Lettonia d’estate.

Finita la passeggiata sulla sabbia, sofferente per non potermi mettere a prendere il sole come il miliardo di persone che erano li, alle 16 decidiamo di tornare a Riga. Lungo la strada, all’ingresso della città, c’era una grande scritta di metallo a caratteri cubitali e ci siamo fermati per fare le immancabili fotografie. Ne avevo viste in qualche racconto di viaggio, cercando notizie su internet ed avevo deciso che un giorno anche io avrei fatto una foto con quella scritta. Fatto!

Tornati in centro ci siamo ricordati che dovevamo mangiare e non c’era nulla di meglio di McDonald’s per velocità ed economicità. Dopo il fast food, abbiamo girato un po’ per la old city tra monumenti, chiese ortodosse e negozi di souvenir ed alle 19:15 abbiamo salutato Kristine e siamo tornati in Hotel per il riposino pre-serale.

Dopo esserci docciati e riposati, alle 22 eravamo pronti per affrontare la serata più importante della vacanza, il sabato notte! Siamo arrivati in centro dopo circa mezz'ora e visto che c'era la partita dell'Inter (finale della champion's league), abbiamo cercato un locale per andarla a vedere e bere qualcosa.

Finita la partita, con la morte nel cuore per il risultato, siamo andati allo Skyline bar (che già conoscevo) al 26esimo piano dell'Hotel Latvija, da cui si gode una vista mozzafiato. L'ambiente era molto carino, bella gente, disk jockey che ravvivava la serata ma non era quello che cercavamo. Verso l'una e trenta abbiamo preso la macchina e siamo andati a vedere un paio di locali che avevo annotato nei miei appunti per il viaggio.

Il primo, La Rocca, era chiuso oppure c'era una festa privata. Non abbiamo capito bene cosa ci fosse ma le porte erano chiuse anche se si vedeva gente all'interno e quindi siamo ripartiti per l'altro, che doveva essere in una via parallela. Accendiamo anche il navigatore, impostando la nuova via e dopo aver fatto un paio di incroci, abbiamo scoperto che erano due locali attaccati.

Quest'altro si chiamava Studio 69 e a dire il vero, sarebbe stato uno dei locali contenuti all'interno del complesso chiamato La Rocca. Eravamo indecisi se entrare o meno ma dopo aver pensato due secondi, ci siamo detti: perché no? Se non ci fosse piaciuto, avremmo preso da bere e saremmo andati via. Sti cazzi!! Non voglio indagare sulla moralità delle signorine presenti (alcune sicuramente erano li per guadagnare qualche soldo) ma così tante ragazze stupende, tutte in un locale, non le avevo mai viste. Siamo rimasti un paio d'ore ed alle 4:30 eravamo nella nostra camera d'albergo.


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Aggiornato: 22.11.10