Sabato 31    Domenica 1    Lunedì 2    Martedì 3 
     
 
Domenica 1 Giugno

Avendo la colazione disponibile fino alle 9, alle 8:30 io e Mattia ci siamo svegliati e siamo scesi mentre degli altri non ne volevo sapere di muoversi dal letto. Nel caso non li avessimo visti, li avremmo cercati solo per la partenza, prevista alle 10:30. Siamo tornati in camera dopo la colazione ed abbiamo provato a svegliarli bussando alla parta ma all'interno della loro camera si udivano solo flebili miagolii e nessuno che ci veniva ad aprire. Abbiamo fatto la doccia ed alle 10 siamo tornati a bussare, questa volta però con insistenza e finalmente ci ha aperto Simone ed era addirittura già vestito. Donato, manco a dirlo, era esanime sul letto. Ho fatto notare che alle 10:30 avevamo deciso di partire e lui, con un filo di voce, ci ha detto che per quell'ora sarebbe stato pronto.

Alle 10:45, dopo aver insistito non poco, ce l'abbiamo fatta a far uscire Donato ed alle 11, dopo aver effettuato in check out dall'ostello finalmente siamo partiti per Amsterdam. Il viaggio è stato molto tranquillo, tutta strada comoda anche se siamo stati accompagnati per tutto il tragitto da molte nuvole. All'arrivo, dopo meno di 3 ore, abbiamo avuto qualche difficioltà a trovare la via dell'ostello perché era molto stretta e soprattutto pedonale, all'interno del "Vondelpark". Noi ovviamente abiamo fatto gli indifferenti e siamo entrati con l'auto ma subito dopo aver scaricato i bagagli siamo andati a cercare un parcheggio vero.

Dopo aver girato e rigirato per le vie prossime al parco, alla fine ci siamo rassegnati ed abbiamo cercato un po fuori, dove ci avevano indicato i ragazzi dell'ostello. Alle 15 finalmente siamo riusciti a lasciare la macchina. Dopo un breve spuntino che ci ha salvato la vita, come prima tappa abbiamo visitato il museo Van Gogh.

E' il museo con la maggiore collezione esistente al mondo di opere di Vincent Van Gogh, più di 200 dipinti tra i quali numerosissimo capolavori che anche un ignorante come me conosceva: i girasoli, qualche autoritratto, i mangiatori di patate o, come l'ha chiamato quell'intellettuale di Donato, mangiatori di zucche. C'erano sicuramente opere molto belle ma la mia superficialità ed ignoranza non mi hanno fatto apprezzare a pieno queste cose, per me erano solo dei bei quadri e con 40 minuti, assieme a Mattia, abbiamo visitato tutto il museo. Quegli intellettuali di Donato e Simone, si erano presi anche le cuffie per ascoltare il commento degli esperti e non ce l'hanno fatta a visitarlo tutto perché alle 18 li hanno cacciati, visto che dovevano chiudere. Quando ci hanno raggiunto la prima cosa che ci hanno detto è stata che la mattina seguente sarebbero ritornati. Ma cavolo, rimaniamo ad Amsterdam solo un giorno e mezzo e passate tutta la giornata dentro lo stesso museo?

Verso le 19 siamo tornati in camera a darci una sistemata ed siamo subito usciti per incontrare Andrea ed i suoi amici per cenare tutti insieme. Il ritrovo era in piazza Dam alle 20 ma Donato ci ha tenuto in camera fino alle 20:10 dicendo che non aveva nessuna importanza se qualcuno ci stava aspettando.

Alla fine siamo riusciti ad incontrarci ed alle 21:00 finalmente ci siamo seduti in un ristorante della Rembrandtplein per cenare. Nonostante il ristorante fosse italiano abbiamo mangiato benissimo. Qualcuno di noi ha avuto dei problemi con le cipolle ed altri con la bistecca che era ancora "viva" ma io l'ho chiesta "well done" e non ho avuto problemi.

Dopo la cena, decidendo cosa fare, abbiamo fatto una bella camminata fino a Leidsplein, vicino al nostro ostello, dove c'erano tanti locali carini. Ci siamo seduti in un bar all'aperto ed un paio di amici ci hanno subito lasciato, uno per andare al casinò ed un altro per andare a dormire. Quello che doveva andare a dormire ha fatto prima una piccola deviazione in un coffee shop per comprare un ricordino e poi è andato a dormire felice.

Rimasti in 5 ed arrivati ormai alla mezzanotte era giunto il momento di decidere come trascorrere la serata. Noi che eravamo arrivati per ultimi in città, ci siamo affidati ad Andrea che era ad Amsterdam dal giorno precedente. Il "conte" ci ha consigliato senza esitazione l'Escape, una discoteca che si trovava a due passi dal ristorante dove avevamo cenato, nella piazzetta di Rembrandt. Aveva detto che la sera precedente si erano divertiti molto e così, chiamati due taxi (eravamo in 5), ci siamo fatti accompagnare alla discoteca. Considerando che era domenica sera ed in Olanda il 2 giugno non era festa, era più che comprensibile che non ci fosse tantissima gente e quei pochi che entravano erano per di più molto giovani. Dopo aver stazionato li davanti per un po, Andrea per cercare di darci una smossa è entrato, pagando 15 euro, ed ha fatto un giro all'interno. Dopo qualche minuto è uscito e ci ha confermato che non c'era niente di interessante e che potevamo andarcene senza problemi da li.

A quel punto non sapendo più cosa fare non ci restava che fare una capatina nella zona delle vetrine a vedere un po di "negozi.

Nonostante fossimo in 5, camminando per una via buia e deserta con due persone che ci seguivano non eravamo molto tranquilli. Per fortuna non era un agguato e tutto si è risolto poco più avanti appena abbiamo incontrato altra gente. Cosa dire delle vetrine? Tra le persone che giravano per quel quartiere la metà erano italiani, di qualche ragazza ci siamo chiesti come facesse a fare quel mestiere visto che non aveva assolutamente i requisiti minimi per attrarre qualcuno e per il resto, ognuno è libero di fare quello che gli pare ma a me è sembrato tutto molto squallido. Addirittura c'erano dei ragazzi, ovviamente italiani, che in gruppo sono andati a turno tutti dalla stessa ragazza ed ogni volta che ne usciva uno prendevano i tempi con il cronometro.

Alle 3 siamo tornati all'ostello.


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Aggiornato: 23.06.08