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Lunedì 2 Giugno

La sveglia alle 8:30 è stata un trauma perché oltre che poco avevo dormito anche malissimo (non è facile essere alti 2 metri, non potete capire). Abbiamo fatto la santa colazione ed alle 11 abbiamo liberato la camera, messo le valigie nella "Luggage Room" e siamo usciti. Io e Mattia ci siamo buttati per le vie del centro mentre Simone e Donato sono tornati al museo Van Gogh. Era un'altra bellissima giornata, calda e senza una nuvola e cammina cammina siamo arrivati addirittura alla stazione centrale che guardando la mappa sembrava impossibile da raggiungere a piedi.

Verso le 14 abbiamo pranzato al solito McDonald's che oltre che per mangiare ci è stato comodissimo recuperare un po di forze. Alle 15, rifocillati e riposati, siamo usciti a cercare gli altri che troviamo a Dam Square. Visto che loro erano stati impegnati fino a tardi nel museo, dovevano ancora pranzare e ci è toccato tornare ancora nello stesso McDonald's. In verità non ci dispiaceva moltissimo visto la quantità di belle Olandesi che c'erano. Appena usciti, alle 16:15, abbiamo chiamato Andrea & c. per incontrarci (pensavamo stessero ancora dormendo) e l'appuntamento, casualmente, ce lo siamo dati nel "Red Light District" per un ulteriore ispezione e soprattutto per mostrarlo a Simone che non c'era stato la sera prima.

Dopo un'ora di passeggiata era il momento di cominciare a pensare al ritorno in aeroporto visto che avremmo dovuto fare più di 400 km. Io volevo partire presto e fermarci in qualche cittadina tedesca nei paraggi di Francoforte mentre Donato voleva rimanere ancora, passare nel parco, sdraiarsi e fumare tranquillo. Inutile stare a discutere, io credevo di fare nel modo migliore ma visto che gli altri volevano rimanere a non fare niente per partire all'ultimo momento, ero disposto a fare come dicevano loro.

Alle 18:30 abbiamo raggiunto il parco del Museumplein e ci siamo distesi per terra per cercare di riposare un po. Ho cercato di dormire e ci sarei anche riuscito se non ci fosse stato quel venticello del c.... che faceva cigolare degli oggetti metallici a cui erano appese le bandiere. Considerato che c'erano tantissime bandiere, praticamente era un concerto di cigolii. Il cielo era velato ma faceva abbastanza caldo e sul prato si stava benissimo. Qualche grammo di forza forse lo avevamo recuperato ma riprendersi dalla giornata pesantissima non era cosa facile.

Alle 19:30 finalmente si decide di partire. Siamo passati a recuperare le valigie all'ostello ed abbiamo preso un autobus (senza biglietto) per tornare alla macchina parcheggiata in un quartiere poco distante (Stadionplein). Alle 20:30 abbiamo iniziato il lungo viaggio di rientro con Donato alla guida (pauraaa).

Visto che Simone aveva guidato per quasi tutto il viaggio di andata, per il ritorno avevo pensato di tenerlo a riposo (ormai mi sentivo come un allenatore) e far guidare un po Donato e se ne avesse avuto piacere, anche Mattia (aveva detto di non aver mai guidato la Golf nuova). Io volevo stare al navigatore perché gli altri non avevano molta dimestichezza con l'attrezzo ed era piuttosto importante sapere che strada prendere. Appena partiti da Amsterdam mi sono subito pentito di aver affidato le nostre vite nelle mani di "Caval Donato" perché in un paio di incroci non aveva minimamente visto altri veicoli provenienti da altre corsie e gli aveva tagliato abbondantemente la strada. Usciti dalla città i pericoli maggiori erano passati e tutto filava liscio, a parte la velocità da corteo funebre. Visto che ci stava mettendo impegno non gli abbiamo detto niente e l'abbiamo lasciato guidare in pace.

Dopo solo 30 minuti voleva già fermarsi a fare cena ma visto che avevamo luce fino alle 23 (le giornate sono molto più lunghe da quelle parti), ho pensato che fosse meglio avvicinarci il più possibile all'aeroporto prima che facesse buio. Dopo qualche minuto ha iniziato a piovere, prima in modo leggero e man mano con intensità sempre maggiore.

Verso le 22:30 siamo arrivati al confine, lasciando l'Olanda ed entrando in Germania. A quel punto la fame si faceva sentire seriamente ed avevamo deciso che era arrivata l'ora di fermarsi a mangiare. Si, ma dove? La autostrade non erano come le nostre, sono gratis ma non ci sono stazioni di servizio ogni 20/30 km come in Italia. Sono molto più distanti e soprattutto non ci sono ristoranti.

Eravamo usciti al primo svincolo ed avevamo fatto cercare un ristorante al Tomtom che lo aveva trovato ma purtroppo chiuso. Ne abbiamo cercato un altro ma anche quello aveva già chiuso (non essendo il 2 giugno festa in Germania, era un lunedì notte qualsiasi) e dopo aver girato un po a vuoto avevamo deciso di riprendere l'autostrada e fermarci più avanti. Siamo usciti seguendo il navigatore che ci ha portati fino ad una pizzeria/pub dove sembrava esserci vita, avendo le luci accese. Sono sceso a chiedere "if is it possible to eat something" ed il pizzaiolo mi fa: italiano? Ed io: Siiii!! Per fortuna uno a cui potevo chiedere informazioni senza usare il mio pessimo inglese! Ci ha detto che stava chiudendo (erano le 23) ma più avanti c'era una grande città in cui avremmo trovato sicuramente.

Abbiamo continuato in quella direzione e vedendo un pub con le luci accese abbiamo provato a chiedere se si potesse mangiare. Purtroppo avevamo trovato un baffone teutonico che non parlava altro che il "tetesco" e non ci è stato di nessun aiuto fino a quando ho tirato fuori dal cilindro una parola magica, McDonald's. Il baffone sembrava aver capito e con l'aiuto di un suo cliente ci ha detto che dovevamo proseguire in quella direzione e mi sono fatto scrivere in un foglio gli indirizzi di un paio di ristoranti alternativi. Non trovando niente aperto abbiamo continuato nella ricerca del ristorante americano.

Nel frattempo avevamo chiesto informazioni a tutte quelle persone che si possono incontrare in un piovoso lunedì sera, alle 23, in una sperduta cittadina tedesca (2) senza ottenere risultati. Dopo aver girato per un po, finalmente una botta di culo: abbiamo incontrato 3 ragazzi che stavano camminando per strada ed abbiamo chiesto loro se parlassero inglese (come se noi lo conoscessimo!) ed a risposta affermativa, se ci avessero saputo indicare quel McDonald's del cavolo. Un disponibilissimo giovanotto, dopo aver cercato inutilmente di spiegarci la strada, ci ha chiesto di seguirli.

Gli siamo andati dietro e finalmente alle 23:30 siamo arrivati all'agognato fast food.

Dopo aver mangiato e bevuto con calma, era arrivata l'ora di ripartire alla volta dell'aeroporto. Visto che Donato guidava già da un po, decisi di dargli il cambio mettendo Mattia al navigatore. La cosa più urgente da fare era trovare del gasolio perché l'auto segnava appena 120 km di autonomia. Fossimo stati in Italia ne avremmo trovati 10 di distributori e tutti con il self service ma in quella cavolo di Germania ce n'erano pochi e tutti chiusi. Morale della favola, avevamo girato per 30 minuti alla ricerca di un rifornimento ed alla fine mi stavo seriamente preoccupando. La città era deserta, nessun distributore, nessuno a cui chiedere informazioni, di tempo ne avevamo ancora ma volevo arrivare tranquillo senza dover correre ed il distributore che non si trovava. Donato e Simone dormivano, io e Mattia a preoccuparci. La cosa che mi faceva incazzare era il fatto che appena usciti dall'autostrada ne avevamo visto ed avevamo detto che ci saremmo passati prima di andar via, senza più trovarlo.

Alla fine, dopo un lungo cercare, finalmente lo abbiamo trovato! Abbiamo messo 60 euro e tirato un grosso sospiro di sollievo (noi svegli).

Sospiro di sollievo??? Non immaginavo ancora quello che ci aspettava...

Gli ultimi 150 km sono stati un'odissea. Il temporale ci aveva circondato ed i fulmini illuminavano a giorno la buia notte tedesca. Ogni tanto c'erano dei lavori e dal nulla mi si presentava davanti un bivio, destra o sinistra? Credo fosse indifferente ma in quella situazione anche la scelta più stupida ci metteva nel panico. Il sonno cominciava a farsi sentire e non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Ho provato ad aprire i finestrini, alzare lo stereo e chiedere a Mattia di parlarmi di qualsiasi stronzata gli venisse in mente. Sicuramente sarebbe stato il caso di fermarsi ma dove??? Non c'erano aree di servizio, non c'erano piazzole di sosta e quei pochi piazzali presenti erano presi d'assalto da camion che addirittura erano parcheggiati fino alla corsia d'ingresso impedendoci anche di poter entrare.

Ero stanco morto, mi stavo addormentando, mancavano più di 100 km ed ero schiavo dell'autostrada: UNA TRAGEDIA!!!

Non so come abbia fatto ma quei km del navigatore, quel numero che indicava la distanza rimanente, piano piano scendeva e chilometro dopo chilometro, sempre sotto la pioggia, ero riuscito ad arrivare all'uscita per l'aeroporto. Ormai eravamo salvi.

Ad un paio di km abbiamo trovato il distributore per fare gasolio (la macchina va riconsegnata col pieno) così siamo potuti finalmente scendere a prendere una boccata d'aria. Eravamo arrivati allo scalo di Hahn-Frankfurt giusto due ore prima della partenza del volo (6:40). Salvi!


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Aggiornato: 23.06.08