Domenica 4 Ottobre

Questa volta che la macchina ce l’abbiamo noi, Michele ed Antonio si fanno vivi per la colazione e ci tocca andarli a prendere. Ci svegliamo alle 9, dopo 30 minuti siamo da loro e poco prima che chiuda il ristorante siamo dentro per fare colazione. Torniamo in camera per finire di sistemarci e perdiamo un po di tempo a cazzeggiare.

A mezzogiorno partiamo alla volta di Colonia (Köln), considerata la capitale economica, culturale e storica della Renania, l’area geografica appartenente alla Germania che si estende su entrambe le rive del Reno. Durante il breve tragitto in auto (una trentina di minuti), incontriamo anche un forte acquazzone e speriamo che ci risparmi per il resto della giornata. In effetti il tempo era sempre grigio (e freddo) ma fino a quel momento non aveva mai piovuto.

Al nostro arrivo in città incontriamo sbarramenti e deviazioni che ci mandano in tilt i navigatore ma per fortuna riusciamo a parcheggiare la macchina. Solo dopo scopriamo il perché di quel caos cittadino: una gara di skate ma sopratutto una gara podistica abbastanza importante.

La città di Colonia non ci fa una buonissima impressione, si sente fin troppo il peso dell’immigrazione con tantissimi negozi creati da e per gli stranieri, per lo più turchi, pakistani o comunque dalla pelle olivastra. Un segno tangibile della folta presenza straniera è dato dalle numerose agenzie viaggi che offrono voli verso India, Pakistan, Turchia..

Camminiamo verso il centro della città fino ad arrivare al duomo, che ci si presenta davanti in tutta la sua maestosità.

Da Wikipedia: Il Duomo di Colonia è una chiesa cattolica, il cui nome ufficiale è chiesa dei Santi Pietro e Maria (in tedesco Hohe Domkirche St. Peter und Maria). Le sue Torri cuspidate, con ben 157 metri di altezza, sono le seconde più alte della Germania, dopo il Duomo di Ulma (completato nel 1890), e la terza più alta al mondo. Dal 1880 fino almeno al 1884 questa cattedrale è stata l'edificio più alto del mondo. È inoltre una delle maggiori attrattive turistiche della Germania: nel 2004 è stata visitata da circa 6 milioni di persone.

Attaccata al duomo c'è la stazione e tutti ci siamo chiesti come possa essere stata costruita così vicino. Anche la stazione, che abbiamo visto solo dall'esterno, è all'interno di una costruzione molto caratteristica. A pochi metri passa anche il Reno che abbiamo traversato sul ponte pedonale in cui non potevano mancare gli ormai onnipresenti lucchetti dell'amore. Ce n'erano una quantità incredibile che quasi ne minava la stabilità per il peso. Il panorama che si poteva osservare dal ponte era davvero bello, peccato che pur essendo le 15:30, a causa delle nuvole, sembrava notte.

Alle 16 abbiamo ripreso l'auto alla volta di Wermelskirchen, il paesino dove Michele ha vissuto la sua infanzia. Ci ha fatto vedere il bar dove andava a prendere il gelato, il negozio di scarpe dove comperava i sandali da tedesco e la scuola media che aveva frequentato ed ogni volta ci diceva che era cambiato tutto. Grazie al cavolo, sono passati 20 anni!

Alle 18:20 siamo partiti per tornare a Dusseldorf, dove siamo giunti poco dopo le 19, quando ormai i negozi erano chiusi. Ci siamo quindi recati in hotel e poco dopo, io e Simone siamo scesi al ristorante sottostante per cenare. Ristorante greco che mi ha servito una bistecca con una salsa giallo-verde mai assaggiata prima e che spero di non rivedere mai più all'interno di un piatto in cui devo mangiare.

Finito di cenare siamo saliti in camera aspettando che gli altri si preparassero ed alle 21:45 siamo usciti per andare in centro. Dopo un rapido giro sulle rive del fiume ed arrivati fin sotto l'altissima torre della televisione (dove sono saliti solo Simone e Stefano), non trovando nessuno in giro siamo andati sul sicuro, nell'Altstadt, pieno di locali.

Il sabato c'era sicuramente più gente ma non mancavano di certo le persone. I locali erano tutti affollati ed abbiamo girato in lungo e largo la "Old Town" fino alle tre. Abbiamo assistito alle performance di diverse cubiste nei locali tra cui, la più stravagante è stata senza dubbio una signora anziana dai biondi capelli e con diversi tatuaggi che aveva riscosso quasi lo stesso successo di due sudamericane giovani e seminude.

Siamo tornati in hotel poco dopo le 3 e dopo aver scritto qualche cartolina, alle 3:45 ho spento la luce.


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Aggiornato: 29.06.10