Venerdì 10 Agosto

Essendo in vacanza da solo, stranamente, dormivo più che se fossi stato con qualcuno. Quando sono con gli amici, sono sempre io a dare la sveglia, tirarli giù dal letto e trascinarli fuori ma questa volta ero assalito dalla pigrizia. Il tempo certo non aiutava perché, mentre dormivo, ero cullato dal sottofondo musicale della pioggia. Al risveglio, per fortuna, erano rimaste solo poche nuvole e pozzanghere sparse.

Riprendo conoscenza verso le 10:30 e dopo il grosso sforzo di essermi alzato dal letto, mi riposo un po’ in casa fino all’una, facendo colazione, ascoltando web radio italiane e navigando in internet. Esco quando sono da poco passate le tredici e scendo in Kreshatik (Хрещатик), passando per il Globus, il centro commerciale sotto il Maidan Nezalezhnosti (Майдан Незалежності).

Il Globus Shopping Mall, costruito nel 2002, è un moderno centro commerciale che si trova sotto la piazza Indipendenza e si estende su entrambi i lati di Kreshatyk. Ci sono tre piani, con innumerevoli negozi, diversi caffè al livello superiore e un centro con alcuni fast food al piano più basso. Ci sono negozi per uomo, donna e bambini, librerie, negozi di souvenir, elettronica, gioielli, ecc. Praticamente di tutto!

Il sole nel frattempo cominciava a latitare ma per ogni evenienza avevo un piccolo ombrello nello zaino, quindi procedevo tranquillo.

Passeggiando per la via principale della città, passo in mezzo ai gazebo dei manifestanti pro Tymoshenko, ormai in pianta stabile in quella posizione (c’erano anche nel mio precedente viaggio dell’ottobre 2011) proseguendo fino al mercato di Bessarabsky dove, tra banchi di frutta, verdura e macelleria c’era la troupe di un programma televisivo che stava facendo delle riprese ad una bellissima ragazza, mentre faceva interviste.

Lo storico mercato coperto di Bessarabsky (ucraino: Бесарабський ринок), è situato nel centro di Kiev, nell’omonima Bessarabska Square, alla fine di Kreshatik (Хрещатик), la principale arteria della città. Costruito nel 1910-1912 su progetto dell'architetto polacco Henryk Julian Gay, il mercato dispone di 896 metri quadrati di spazio coperto. Il suo nome deriva dalla Bessarabia, una regione nel sud-ovest dell'Ucraina, conquistata dai dell'impero russo durante le guerre russo-turche. Sulle sue bancarelle si può trovare carne, pesce, frutta, verdura, caviale, spezie e c’è tutto un angolo dedicato ai fiori. I prezzi non sono dei più economici ma in compenso, quella mescolanza di colori, offre un ottima opportunità per fare delle belle fotografie da parte dei turisti.

Uscito dal mercato verso le 15:20, ho fatto un sosta veloce al Пузата Хата (Puzata Hata), proprio li di fronte ed una volta finito di mangiare, mi sono diretto alla fine di Хрещатик (Kreshatik), curioso di vedere cosa ci fosse oltre il palazzo dell’Arena dove non mi ero mai spinto.

Con mia grandissima sorpresa, ho scoperto che lo stadio Olimpiyskiy (олимпийский стадион), che avevo visitato quando era ancora in ristrutturazione, si trovava proprio a due passi dal mercato. La volta precedente ero andato in metro e non mi ero reso conto della sua posizione ma cribbio, dal mio appartamento ci si arriva in un quarto d’ora. Era poco più distante dell’altro stadio cittadino, il Lobanovsky, che si trova all’altra estremità del corso principale di Kiev.

All’interno purtroppo non si poteva entrare, così mi sono limitato a fare qualche foto e visitare il Fan Shop della Dinamo Kiev, la principale squadra della città. Nel frattempo mi chiama Katerina che mi invita a cena, dandomi appuntamento alla fermata della metro di Akademmistechko, l’ultima della linea rossa, per le 18:30. Visto che mancava un quarto alle cinque, ho dovuto correre in appartamento, prepararmi in tutta fretta e volare alla metro per non arrivare in ritardo. Anche se faticosamente, alla fine ce l’ho fatta: alle 18:22 ero nel luogo dell’incontro.

Passiamo a fare spesa in un supermercato (Velika Kishenya - Велика Кишеня) vicino casa sua, dove vedo finalmente la vera Ucraina, anche se siamo pur sempre nella capitale. E’ questo che cerco in una vacanza, quello che mi piace fare e mi da soddisfazione. Finalmente mi trovavo in un luogo dove al 100% ero l’unico straniero e dove non credo ne passino neanche molti.

Visto che non mangio verdure, non mi piacciono odori forti, agli e cipolle, non sopporto le zuppe tipiche dell’est Europa, mi sentivo in forte difficoltà quando Katerina mi ha chiesto cosa volessi per cena ma alla fine abbiamo risolto con carne e patate che non si sbaglia mai.

Katerina abita in uno dei tanti palazzoni da 30 piani che pullulano in un quartiere alveare e finché non sono entrato dentro il suo appartamento, avevo la sensazione di trovarmi in qualche casa abbandonata, di quelle dove andavamo a giocare da ragazzi. Nell’area condominiale c’erano muri sporchi e scrostati, infissi precari, fili elettrici volanti, sporcizia e tanta ruggine. Il top era l’ascensore che da noi non passerebbe nessun tipo di collaudo e del quale avevo pochissima fiducia ma che non ho potuto esimermi dal prendere, visto che dovevamo salire al piano 15,20.. neanche l’ho capito di preciso.

Una volta all’interno dell’appartamento le cose sono cambiate, avendo trovato un mix di modernità ed antiquariato. In cucina c’era una bella lavatrice nuova ed un microonde insieme ad una credenza che era al limite tra il vecchio e l’antiquariato e lo stesso possiamo dire per l’altra stanza, dove c’erano il letto, un divano, l’armadio e la tv di “qualche anno fa” ma c’erano pure il suo notebook fiammante ed un condizionatore per le calde giornate d’estate.

Dopo un’accurata preparazione del pasto e della tavola, finalmente si mangia. Devo dire che se non ci fossero un paio di migliaia di km di distanza, qualche volta mi farei invitare a cena da Katerina.

Terminato di mangiare, prima che la metro chiudesse, torno a casa e nonostante fosse venerdì, non avevo la minima voglia di uscire.



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Aggiornato: 15.01.13