Venerdì 11 Febbraio

La sveglia alle 9:15 non era dettata dalla nostra agenda ma più semplicemente dall’orario della colazione, che chiudeva alle 10. Scendiamo nell’area comune per mangiare qualcosa e restiamo felicemente sorpresi di trovare tante giovani ragazze carine anche se, quando ne ho vista una completamente scalza, sono rabbrividito.

Tornati in camera dopo aver fatto una buona colazione, ci siamo preparati per poter finalmente uscire quando erano le 11.

Giornata meravigliosa con tanto sole ed anche troppo caldo per il nostro abbigliamento invernale. La prima meta del nostro giro è stata la chiesa del Sacro Cuore che era a poche decine di metri dall‘ostello. Alla base della scalinata che porta alla chiesa, veniamo fermati da una banda di neri che, con un insistenza fuori dal comune, riescono a far si che gli prendiamo due braccialetti fatti al momento con dei laccetti colorati. Nonostante la violenza subita, c’è stato un aspetto simpatico perché questi neri, parlavano un po di italiano e ci hanno chiesto da che parte venissimo dell’Italia. Non sapendo cosa conoscessero dell’Italia ho detto Ancona, per citare la città più grande della regione e questo mi ha subito risposto "Hakuna Matata", discoteca di Porto San Giorgio (o più verosimilmente quella di Riccione, forse più famosa) strappandomi una risata.

Quando si è trattato di pagare ho tirato fuori tutte le monete che avevo ma non andavo oltre i due euro e 30 che a me sembrava anche troppo ma questi volevano addirittura soldi cartacei. Io li ho lasciati discutere e me ne sono andato ma Mattia che era rimasto dietro, dopo aver pagato 5 euro per il suo, gli ha dovuto mollare un altro euro per andare via tranquillo.

Arriviamo alla sommità della collina, davanti la chiesa, e voltando lo sguardo dall’altra parte vediamo un panorama mozzafiato, si vedeva quasi anche l’Italia! L’ampia scalinata davanti la chiesa era una sorta di “Trinità dei monti” con tutta la gente seduta ad ammirare il paesaggio ed ascoltare un musicista con una grande arpa.

Facciamo un giro dentro, visitiamo tutto quello che non si paga e saremmo saliti volentieri anche sulla cupola se solo avessimo trovato da dove si saliva. Non abbiamo chiesto informazioni a nessuno ma pensavamo fosse abbastanza semplice trovare un ascensore o più verosimilmente una scala stretta e buia per salire, invece no. Usciti dalla chiesa abbiamo fatto un giro intorno, per cercare un eventuale ingresso secondario e non avendolo trovato abbiamo proseguito per una viuzza piena di bancarelle e di tantissimi ritrattisti che volevano farci una caricatura.

A mezzogiorno e mezzo abbiamo lasciato Montmartre per andare a vedere uno dei monumenti più famosi del mondo, la Torre Eiffel. Usciti dalla metro, appena ci avviciniamo un po e cominciamo a vederla, la prima cosa che ho pensato: che brutto pezzo di ferro arrugginito! In effetti non mi ha fatto una bellissima impressione, forse mi aspettavo qualcosa di meglio ma quando mi sono trovato di sopra devo dire che mi è sembrata fin troppo alta per il mio senso dell'equilibrio.

Per salire c'erano due possibilità, una fila chilometrica per prendere l'ascensore e le scale con "imbarco immediato". Noi, ovviamente abbiamo preso le scale, anche perché siamo due giovanotti (il 10 marzo prossimo compirò 40 anni.. AIUTOOO) ma soprattutto non potevamo aspettare due ore per l'ascensore. La cosa che mi preoccupava di più nel fare le scale non era sicuramente la fatica ma la paura dell'altezza, considerando che era tutto aperto e si vedeva qualsiasi cosa di sotto.

Fino al primo piano sono arrivato senza problemi ed abbiamo fatto tante foto allo splendido paesaggio ma quando si è trattato di passare al superiore, dopo una rampa di scale ho detto a Mattia di proseguire da solo perché il mio cervello si rifiutava di proseguire e mi stava bloccando tutti i muscoli per farmi tornare indietro. Ho obbedito agli stimoli e sono tornato al primo piano, aspettando Mattia ai bordi della pista di pattinaggio su ghiaccio.

A quel livello, c'erano infatti un bar, un ristorante ed appunto, questa pista di pattinaggio. Sono stato a vedere le evoluzioni di qualche provetto pattinatore fino a quando Mattia è sceso e siamo potuti tornare a terra. Traversata la Senna, siamo andati a vedere il Trocadero che se non guardavo su Wikipedia ancora non sapevo cosa fosse.

"Il Trocadéro è un'area del centro di Parigi situata sulla riva destra della Senna, a pochi passi dalla Tour Eiffel, nel XVI arrondissement. Il nome deriva dalla battaglia tra francesi e spagnoli del 1823. Oltre il pont d'Iéna si estendono i Jardins du Trocadéro (giardini del Trocadero), una scenografia verde composta da statue ornamentali e giochi d'acqua. Grazie all'illuminazione curata, i Jardis du Trocadéro sono particolarmente suggestivi nelle ore notturne."

Alle 16, dopo essere stati fuori sin dalla mattina, era arrivata l'ora di mangiare qualcosa e visto che non si trovava niente che piacesse da quelle parti, siamo tornati a Montmartre, nelle vicinanze dell'ostello, per andare a mangiare nell'economicissimo McDonald's che a me, nonostante tutti lo disprezzano, piace anche.

Finito di mangiare siamo andati a riposarci un po in camera dove siamo rimasti fino alle 19. Vista la stanchezza saremmo dovuti rimanere almeno 4 ore sul letto ma non potevamo perdere tempo a poltrire perché le vacanze non sono fatte per risposarsi (almeno le mie vacanze).

Usciti alle 19 ci siamo diretti verso gli Champs Élysées che abbiamo percorso dalla fermata Charles de Gaulle fino all'Arco di Trionfo. Ogni tanto si sentiva qualche macchina suonare il clacson e via via diventavano sempre di più. All'inizio ci domandavamo cosa potesse essere successo, poi abbiamo visto della gente con bandiere egiziane gridare qualcosa, con in mezzo un Mubarak, ed abbiamo realizzato che forse l'Egitto si era liberato del suo presidente.

Festeggiato con gli egiziani sugli Champs Élysées, abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino alla vicina torre Eiffel, per vederla in notturna e siamo stati fortunati perché mancavano pochi minuti alle 21, quando sarebbe stata illuminata. Cioè.. illuminata lo era già, ma ogni ora ci sono dei giochi di luci.

Camminando dagli Champs Élysées verso la Torre Eiffel, siamo passati per Avenue Montaigne, dove abbiamo trovato tantissimi negozi delle griffe più famose, fino ad arrivare al famigerato Tunnel de l'Alma. Appena passato il ponte abbiamo visto la torre esplodere di luce, proprio mentre stavo piazzando il cavalletto per fare qualche foto. Spente le luci, abbiamo ripreso la strada per l'ostello e siamo tornati a Montmartre.

Avendo mangiato nel pomeriggio non avevamo proprio fame ma c'era comunque da mangiare qualcosa e così ci siamo presi qualcosa all'Auchan ed abbiamo mangiato in camera. Camera che però per quella notte ci era stata cambiata a causa dei lavori che avrebbero dovuto fare in quella dove eravamo e perciò, invece che la 32, ci hanno spostato alla 62. Per fortuna che c'era l'ascensore funzionante, altrimenti saremmo morti. La nuova camera era proprio sul tetto ed infatti aveva una parete spiovente ma tutto sommato non era male ed avevamo addirittura qualcosa tipo armadio, dove appendere gli indumenti.

Poco dopo la mezzanotte ci siamo fatti forza e siamo usciti, portando con noi Marcelo, il ragazzo con cui avevamo condiviso la "32" (avevo preso una tripla per risparmiare qualche decina di euro), la notte precedente. Si trattava di un ragazzo brasiliano, studente in legge, che si stava facendo due settimane di vacanza in Europa completamente da solo e dopo Madrid, Parigi, sarebbe andato a Francoforte e Londra. Bella la vita!

Trovato Marcelo alla reception siamo partiti alla volta del Marais, quartiere di Parigi situato sulla rive droite della Senna, a nord dell'Île Saint-Louis, diviso tra III e IV arrondissement (come recita Wikipedia).

Il sito del "Corriere della Sera" lo descrive così: "Vicoli medievali e piazzette segrete, magnifiche dimore del Cinque e Seicento, giardini nascosti da portoni scolpiti: non c’è dubbio, dal punto di vista architettonico, il Marais è uno dei quartieri più belli di Parigi. Ma basta viverlo anche solo un giorno, divagando da rue des Rosiers a rue Vieille du Temple, alla Square du Temple, per scoprire che il suo vero fascino è soprattutto umano, e riguarda il singolare, inestricabile intreccio fra diversissime comunità e culture. Ebrei, arabi e asiatici abitano qui con un’infinità di artisti, stilisti, intellettuali. Fortissima, poi, è la presenza dei gay, arroccati nel triangolo rosa, tra rue Beaubourg e rue Vieille du Temple, cuore parigino delle notti folli e dello shopping di tendenza"

Noi abbiamo trovato solo una via con qualche pub e molta gente a passeggio ma forse tutte quelle belle cose sopra descritte si possono ammirare di giorno. Fatto sta che dopo aver camminato un po, ci siamo buttati dentro al pub che ci sembrava migliore per prenderci una birra. Verso le 2:30 siamo usciti per andare a dormire ma per trovare l'autobus notturno che ci avrebbe riportato ad Anvers abbiamo camminato tantissimo e dire che avevo la mappa. Verso le tre e mezza eravamo a destinazione e per le 4 dormivamo.


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Aggiornato: 27.05.11