Sveglia verso le 9:45 e dopo aver riunito il gruppo siamo andati a fare colazione in Plaza de la Reina, in un bar che avevo notato la sera prima. Purtroppo si è rivelato più bello che buono perché sono riusciti a fare male non solo i cornetti ma anche il cappuccino. Fatto colazione, verso le 11, Gianluca, Fabio ed io, abbiamo preso l'autobus per andare alla "Ciutat de les Arts i les Ciències" (in italiano: Città delle arti e delle scienze), mentre Stefano e Germano sono andati al circuito per vedere le prove delle moto. Siamo arrivati dopo 10/15 minuti di autobus ma non avendo capito dove si entrasse, siamo scesi una fermata prima e farcelo tutto a piedi, con le immancabili fotografie, ci ha rubato quasi mezz’ora. Dopo la discreta fila all’ingresso, pagando 23,90 euro, a mezzogiorno siamo finalmente riusciti ad entrare. Volgarmente detta "l’acquario", la Ciutat de les Arts i les Ciències, anche se uno dei più grandi d’Europa, è molto di più di un semplice acquario. Da Wikipedia: Città delle arti e delle scienze è un complesso architettonico composto da cinque differenti strutture suddivise all'interno di tre aree tematiche: arte, scienza e natura. Progettato dall'architetto valenciano Santiago Calatrava ed iniziato nel luglio 1996, copre una superficie 350.000 m2. Al suo interno si trovano il Palazzo delle Arti Reina Sofía, l'Hemisfèric, l'Umbracle, il Museo delle Scienze "Principe Felipe" e l'Oceanografic (Parco Oceanografico Universale). - El Palau de les Arts Reina Sofía: un monumentale edificio dalle forme molto singolari destinato alla creazione, alla promozione e alla diffusione di tutte le arti sceniche. Il Palau è alto più di 75 metri e occupa una superficie di 40.000 mq. Al suo interno ci sono 4 teatri, dedicati rispettivamente a lirica, sinfonica, balletti e spettacoli teatrali, con capienza da 400 a 2.500 posti e tutto intorno giardini. - L'Hemisfèric: la metà di un gigantesco occhio umano che si riflette in uno stagno di 24.000 mq; il riflesso completa la forma dell'edifico. L'Hemisféric è una struttura architettonica di 13.000 mq che ospita un planetario destinato principalmente alla proiezioni di film e documentari in formato Imax su uno schermo di quasi 900 mq. - L'Umbracle: un edificio situato nella parte meridionale del complesso, lungo 320 m e largo 60, costituito da un parcheggio su due piani per automobili (fino a 900) e pullman (fino a 20) e una passeggiata superiore nota come Paseo de las Esculturas (in italiano viale delle sculture) abbellita da un giardino alberato contenente una grande varietà di piante di specie diverse. - Il Museo delle Scienze "Principe Felipe": un museo scientifico interattivo con una forma che ricorda vagamente lo scheletro di un enorme dinosauro, suddiviso su tre piani principali di circa 8.000 m2 ciascuno: Tecnópolis, El Escaparate de la Ciencia (la vetrina della scienza) e Formas y Estructuras (forme e strutture). - Parco oceanografico di Valencia: uno dei più grandi acquari d'Europa, un parco oceanografico all'aria aperta posto su di una superficie di 110.000 m2. Al suo interno sono rappresentati tutti i differenti habitat marini di mari e oceani attraverso più di 40.000 specie diverse. Non ci sono parole per descrivere tutto quel ben di Dio che c’è all’interno, per non parlare della favolosa struttura che lo ospita. Milioni di pesci di tutte le specie e dimensioni, dai pinguini dei freddissimi ghiacciai antartici ai coloratissimi pesci tropicali, dalle foche ai delfini (con l’immancabile spettacolo) e poi ancora tonni, meduse, tunnel sottomarini con pareti di vetro che passavano in mezzo agli squali e molto altro. E’ piaciuto moltissimo anche a me ma credo che portarci un bambino sia il regalo più grande che gli si possa fare. I miei nipoti sono rimasti entusiasti solamente nel vedere le fotografie e senza aver visto i dinosauri! C’era infatti, anche un grande parco di dinosauri che per mancanza di tempo non siamo andati a vedere (e per non aver fatto precedentemente il biglietto, in quanto si pagava a parte). Il pranzo l’abbiamo fatto nel self service interno, dove ovviamente i piatti erano tutti a base di pesce (fa ridere ma non è vero) e siamo rimasti tra tonni e trichechi fino a quasi le quattro di pomeriggio. Usciti dall’Oceanografico siamo tornati in centro ed alle 16:40 eravamo in camera a riposare. Siamo rimasti per circa un’ora e mezza e dalle 18:15 alle 20, io e Gianluca siamo andati un po in giro per Valencia. Riposarsi ok ma non esageriamo, se volevo riposarmi rimanevo a casa, in vacanza ci si deve stancare! Tornati in ostello, gli altri che nel frattempo avevano noleggiato una macchina, sono partiti per andare a cena da qualche loro conoscente mentre a me non andava e sono rimasto da solo a girare per la città e fare qualche foto in notturna. Alle 22 sono tornato in camera e finalmente, a mezzanotte, si rivedono Gianluca e Germano. Stefano e Fabio invece, come avevano annunciato, avevano prenotato una stanza da un’altra parte e dietro consiglio delle loro amiche, avevano scelto una doppia all’Ibis dell’aeroporto. Essendo stato avvertito, prima del loro ritorno, che avrebbero dovuto mangiare, li ho aspettati per poter andare insieme. Nonostante le insistenti richieste del cameriere all’inizio della via del’ostello, questa volta abbiamo proseguito cercando qualcosa di meglio ed abbiamo trovato, poco distante, un ristorante italiano chiamato "La vita è bella". Contrariamente a tutte le avvertenze sui ristoranti italiani all’estero, abbiamo ordinato tre pizze e devo dire che in Italia ne ho mangiate di molto peggio. Nel frattempo si era fatta l’una ed ancora dovevamo andare a prendere gli altri due all’aeroporto. Sapendo che non avremmo avuto la macchina, non avevo caricato nel cellulare le mappe del navigatore e raggiungere l’Ibis non è stato facilissimo. Per di più, una volta trovato, come era successo la sera precedente, Stefano e Fabio ci hanno fatto aspettare una ventina di minuti prima di scendere. Che palle! La serata, iniziata male, è finita peggio. Partiti alle due dall’hotel, per accontentare qualcuno ci siamo fatti un bel giro in macchina sul lungomare, sia tra gli hangar dell’America’s cup che sul circuito cittadino della Formula Uno, per tornare finalmente in centro quando erano le tre passate. A quell’ora se non conosci i posti giusti trovi poca gente in giro ed infatti è quello che è successo. Abbiamo passato al setaccio quei pochi locali cittadini che abbiamo trovato aperti e senza trovare nulla di buono, alle 5 abbiamo messo fine al nostro Saturday night. Clicca per ingrandire e leggere il commento |
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