Kiev 1

Mercoledì 08 agosto 2012

Accompagnato da mio fratello (e consorte), partiamo alle 8:45 alla volta dell’aeroporto di Falconara e quando si tratta di pagare l’autostrada, si verifica un piccolo contrattempo. La mia carta di credito non ne vuole sapere di farci uscire e continua a mandare messaggi di non operatività, sul monitor del casello. Prendo il tagliando del mancato pagamento e continuiamo tranquillamente per l’aeroporto, ignorando un segnale importantissimo (capirò tutto solamente l’ultimo giorno della vacanza).

Nessun problema né con il check-in né con i controlli per l’imbarco (viaggiando con Alitalia non si subiscono tutte le verifiche di peso e dimensioni del bagaglio delle compagnie low cost) ed alle 11:35 decolliamo con il nostro bell’aereo rumeno, alla volta di Fiumicino. C’era infatti lo scalo a Roma ed il collegamento interno è stato effettuato dalla Carpatair, compagnia rumena che collabora con l’Alitalia.

Tocchiamo il suolo romano dopo quarantotto minuti di volo ed una volta a terra cerco di raggiungere, nel più breve tempo possibile, il gate dell’imbarco per Kiev. I tempi erano abbastanza ristretti e la folla era quella delle grandi occasioni ma per fortuna le indicazioni erano molto precise e dopo una bella scarpinata ho raggiunto senza problemi il gate H17, già aperto.

Nemmeno il tempo di sedermi un secondo, esibisco il biglietto e mi butto dentro l’autobus che ci porta all’aereo dove si cominciano a vedere le prime belle chiome biondo-ucraino.

Il volo per Kiev dura poco più di due ore, dalle 14:05 alle 16:17 ed una volta atterrato perdo subito un’ora, per effetto del fuso orario.

Il tragitto aeroporto-città, nelle precedenti vacanze, l’avevo fatto sempre con il taxi ma questa volta, essendo da solo, non potevo spendere una cifra esagerata. Mi ero informato sui mezzi alternativi e le amiche mi avevano detto dove prendere l’autobus ma confidavo nel fatto di strappare un buon prezzo ad un tassista e viaggiare comodo.

All’uscita dal settore arrivi, come da prassi, vengo assalito da una moltitudine di persone che mi vogliono accompagnare, quasi tutti abusivi. Sfodero tutta la mia (presunta) abilità nella contrattazione, mostrando 15 euro e chiedendo di portarmi a Kiev ma questi non ne vogliono sapere. Esco all’aperto, camminando verso una direzione imprecisata del vecchio scalo (non sapevo dove si prendesse l’autobus), con uno che ancora mi segue, chiedendomi sempre 25 euro ma io non mollo e quando se n’è andato non sapevo veramente da che parte andare.

Sapevo solo che si trovava nel vecchio settore e mi sono detto: “cavolo, se c’è un pulmino che va a Kiev lo troverò!”. Per fortuna non è stato necessario perché mentre attraverso il parcheggio, vengo contattato dell’ennesimo tassista che questa volta accetta i miei quindici euro. Si parte!

Raggiungo Mala Zhytomyrs’ka (ucraino: Мала Житомирська) la via dell’appartamento, in poco meno di quaranta minuti (alle 18:30,) e finalmente conosco un altro elemento della famiglia che mi affitta l’appartamento. Dopo aver incontrato Svetlana e la figlia Elena, questa volta è il turno del padre (le donne erano in vacanza) con cui non ho scambiato la minima parola, non avendo nessuna lingua in comune.

Dopo le spiegazione del caso ed il pagamento dell’affitto, alle diciannove esco per mangiare e cambiare un po’ di soldi. Per far presto mi fermo al McDonald’s, dato che è vicino dall’appartamento ed alle 20:15, incontro finalmente Katerina.

Con l’amica ucraina, dopo una passeggiata in Kreshatik (ucraino: Хрещатик), andiamo a mangiare in un ristorante italo-giapponese che ancora non conoscevo. Sono stato felicissimo di averlo scoperto perché è possibile mangiarci a qualsiasi ora del giorno e della notte, essendo aperto h24. Nonostante il nome non sia stato di quelli proprio invitanti (Mafia), il locale era molto carino, si mangiava bene e non si spendeva eccessivamente. L’unico problema è che fanno aspettare moltissimo per portare da mangiare ma se uno non ha particolarmente fretta è perfetto.

Alle 23, sopraffatto dalla stanchezza, sono rientrato a casa.

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