Lituania e Lettonia 4

Venerdì 9 agosto 2013

Iniziamo la giornata quando mancano un quarto alle nove e nonostante le mie poche ore di sonno (4:20-8:45), sono comunque io che devo svegliare Simone e non viceversa. Scendiamo a fare colazione, visto che anche nella prenotazione dell’hotel Apalenis l’avevo inclusa (17 euro a testa, pernottamento e prima colazione) ed alle 10:15 abbiamo lasciato l’hotel e ci siamo messi in movimento.

Si arriva nel centro di Riga alle dieci e mezza ed andiamo diretti al nostro solito parcheggio a pagamento, senza perdere tempo a cercarne uno gratis che tanto non esistono. Passiamo nell’ufficio informazioni, accanto alla Casa delle Teste nere, a prendere qualche depliant, mappe ed informazioni ed iniziamo la visita della città partendo della chiesa di San Pietro e dalla sua altissima torre.

Da Wikipedia: La Chiesa di San Pietro (Svētā Pētera baznīca) è una grande chiesa gotica con la sua torre che è una delle più alte d’Europa. Nel 1209 fu costruita una prima chiesa per la preghiera popolare, successivamente ingrandita nel corso del XV secolo. I lavori cominciarono nel 1406 ma, interrotti più volte, terminarono solo a fine secolo. Nel 1491 venne eretta un’altissima torre, che crollò nel 1666 e fu ricostruita nel 1690. Colpita da un fulmine nel 1721, il campanile attuale fu terminato con il complicato coronamento barocco, invece, nel 1746. Nel 1973 quest’ultimo fu ristrutturato e fu aggiunto un ascensore. Prima della seconda guerra mondiale, con i suoi 123,25 metri era il più alto edificio d’Europa.

Era da molto tempo che non salivo sopra quella torre, essendoci stato nel primo viaggio in Lettonia (questo è il quarto) ed avendo preferito altri punti panoramici nelle vacanze successive. Ci sono infatti diverse costruzioni da cui si può godere di uno splendido ad ampio panorama, quali ad esempio l’accademia delle scienze, probabilmente il più alto, il terrazzo del centro commerciale Galerija Rīga, con vista solo parziale, lo Skyline bar dell’hotel Radisson, da cui però si deve guardare da dietro le finestre. Ci sono poi l’altissima torre della tv, dove non sono mai stato e che sarà oggetto di una visita in questa vacanza ed appunto la torre della chiesa di San Pietro.

Rimaniamo giusto il tempo per aggiornare il nostro book fotografico ed una volta scesi, ovviamente tramite ascensore (così come eravamo saliti), abbiamo visitato anche l’interno della chiesa dove c’era un’esposizione di quadri ed opere di arte contemporanea.

A mezzogiorno usciamo dalla chiesa di San Peter e ci incamminiamo, attraversando tutto il centro, verso la bellissima Chiesa di Santa Gertrudis che raggiungiamo dopo una lunga camminata.

Nonostante i miei precedenti viaggi a Riga, non ero ancora mai stato nella bellissima ‘Vecā Svētās Ģertrūdes Evaņģēliski luteriskā baznīca’ (St. Gertrude Old Church). Si tratta di una chiesa evangelica luterana che ha vissuto una storia travagliata, essendo stata ricostruita per ben sette volte, dopo, ovviamente, essere stata danneggiata o distrutta per sei. La data della prima edificazione non è nota ma sappiamo di certo che esisteva già nel 1418 e dopo alterne vicende, la chiesa così come la vediamo oggi, risale al 1869.

Non essendo grandissima, la nostra visita è stata relativamente breve ed una volta usciti (all’una), ci siamo riavvicinati al centro. Strada facendo, poco prima di arrivare al monumento della libertà, siamo passati davanti alla Cattedrale della Natività di Cristo, dove non potevamo esimerci dall’entrare.

Le chiese ortodosse sono sempre molto belle, particolarmente all’interno. Non so se sia una caratteristica di tutte ma sicuramente delle molte che ho visitato, è quella di avere decorazioni dorate ovunque, sui capitelli, negli intarsi e su tutte le icone sacre.

Da Wikipedia: La cattedrale della Natività di Cristo (in lettone: Kristus Piedzimšanas pareizticīgo Katedrale) di Riga, è la chiesa madre della chiesa ortodossa lettone e sede dell’eparchia di Riga. La cattedrale è stata costruita in stile neo-bizantino, tra il 1876 e il 1883, nel periodo in cui il paese era parte dell’Impero russo. Durante la prima guerra mondiale le truppe tedesche occuparono Riga e la trasformarono in una chiesa luterana. Con l’indipendenza della Lettonia, nel 1921, la chiesa è tornata ad essere una cattedrale ortodossa. Nei primi anni 1960 le autorità sovietiche chiusero la cattedrale e convertirono l’edificio in un planetario. Quando il paese ha riguadagnato l’indipendenza dall’Unione Sovietica, nel 1991, la cattedrale è stata restaurata ed è oggi rinomata per le sue icone, alcune delle quali dipinte da Vasili Vereshchagin.

Nella chiesa si celebrava un matrimonio e sono rimasto sbalordito nel vedere un numero di partecipanti così esiguo. Ci saranno state una trentina di persone in tutto, sposi, preti e fotografi compresi. Questa gente non ha parenti, amici o conoscenti?

Usciti dalla terza chiesa della giornata, si era fatta l’ora di mangiare qualcosa e trovandoci a due passi dal McDonald’s, ci è sembrata la scelta migliore. Simone preferirebbe sicuramente una bistecca di dinosauro piuttosto che un panino sintetico ma ci eravamo dati una regola non scritta che a pranzo si mangiava in fast food.

Sbrigata in mezz’ora la pratica pranzo, alle 14 ci siamo rimessi in movimento e siamo andati a visitare un’altra delle attrazioni di Riga che non avevamo ancora visto: il Latvijas Kara muzejs. Eravamo passati tante volte sotto quella strana torre ma non sapevamo cosa contenesse e visto che in questa vacanza avevo voglia di cose nuove, abbiamo dato la precedenza a tutto ciò che ancora non conoscevamo della città.

Il museo Lettone della guerra è situato all’ingresso della città vecchia e la torre che lo ospita, difendeva i confini di Riga con il mondo ostile esterno. La torre, divenuta museo nel 1919, racconta le battaglie per l’indipendenza Lettone. In Lettonia è sicuramente il migliore museo del genere e permette di vedere la storia della guerra a queste latitudini. I nostalgici saranno accontentati nel vedere le immagini di Stalin e Lenin, gli amanti delle armi e delle ricostruzioni troveranno nelle scenografie, ben curate, molto materiale interessante: dalle divise militari agli armamenti, dai kalashnikov ai cannoni, perfino il centro telegrafico e una trincea ben ricostruiti. Il museo è su più piani e occorre almeno un’oretta per visitarlo velocemente, il doppio per documentarsi un po’ di più. Merita e costa poco e niente.

Abbiamo visitato con curiosità tutti i piani del museo e ci siamo divertiti come bambini a farci le foto con le corna d’alce alla parete, nell’ultimo piano, dove il tema era la caccia e la natura.

Usciamo dal museo alle 15:15, dopo un oretta molto fitta e proseguiamo spediti verso la tappa successiva, il museo dell’occupazione sovietica, che per raggiungere il quale abbiamo dovuto attraversare il parco cittadino.

Il Latvijas Ocupacijas Muzejs (1940-1991) era abbastanza piccolino e conteneva più che altro dei pannelli con foto d’epoca e lunghe didascalie. C’erano anche dei reperti come delle divise militari, qualche fucile ed un paio di bandiere ma sostanzialmente era tutto da leggere.

Questo piccolo museo, ce lo siamo “fatto” in una trentina di minuti e riattraversato il parco, siamo tornati in centro a rilassarci davanti ad una bella birra fresca, seduti in uno dei tanti bar di Līvu Square.

Alle 16:40 chiudiamo la nostra fitta giornata dedicata alla cultura e riprendiamo la macchina per tornare in hotel ma visto che era ancora abbastanza presto, chiedo Simone a fare una deviazione per il grandissimo centro commerciale Riga Plaza, sulle rive del Daugava. Facciamo qualche chilometro all’interno dell’immensa struttura ed alle 18 usciamo e torniamo in hotel.

Per la cena, a differenza della sera prima che abbiamo preferito carne alla brace, questa sera si mangia italiano ed andiamo al nostro ristorante preferito di Riga, il Pomodoro. Ci mettiamo a tavola quando sono le ventidue ed in sfregio a tutte le regole del viaggiatore, forti però della nostra conoscenza del locale, decidiamo di mangiare pasta: penne all’arrabbiata per me e tortiglioni ai frutti di mare per Simone.

Usciamo dal ristorante alle 23:30 ed abbiamo avuto come l’impressione che stessero aspettando che ce ne andassimo per poter finalmente chiudere, visto che eravamo gli ultimi clienti e che mentre i camerieri parlavano tra di loro, ogni tanto ci lanciavano qualche sguardo.

Lasciato il Pomodoro, facciamo una passeggiata in centro (Kalku Iela) per poi proseguire fino allo Skyline Bar, dato che era presto per la discoteca. Arriviamo al Radisson (dove c’è il bar) poco dopo la mezzanotte e preso l’ascensore, saliamo fino al 26esimo piano, paghiamo i 2 Lat per l’ingresso. Non c’era tantissima gente ma visto che non avevamo niente da fare, ci sediamo e prendiamo qualcosa da bere, aspettando che la serata decolli.

Quando si è fatta l’una, la popolazione femminile è ancora troppo poco numerosa per cui, visto che eravamo lì già da un’ora, facciamo armi e bagagli e scendiamo, raggiungiamo l’auto che era molto distante (30 minuti di camminata) e ci dirigiamo verso la discoteca ‘La Rocca’. Avevo l’indirizzo memorizzato sul navigatore e conoscevamo più o meno bene la zona ma nonostante tutto, ci è stato difficile trovarla, perché dalla strada principale non si vedeva.

Dopo qualche giro a vuoto, alle due riusciamo finalmente a trovare la disco ma sopratutto un parcheggio. Paghiamo i nostri 5 lats ed entriamo a vedere questa discoteca in cui non ricordo di essere mai stato. Molto carina, c’erano diversi ambienti e non era affatto male. Unico neo la clientela troppo giovanile.

Siamo rimasti un’oretta e mezza abbondante, dopodichè, complice anche molta stanchezza, abbiamo detto basta e siamo tornati in hotel. Alle quattro in punto eravamo in camera ma come sempre accade, c’è quel diavolo tentatore di un computer che mi tiene sveglio fino a tardissimo (tardi lo era già). Mi sono messo a dormire quando fuori era già giorno, verso le cinque e un quarto.

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