Venerdì 11 Agosto 2017
Sveglia poco prima delle 8:30, facciamo colazione con calma e verso le 10 usciamo alla volta di Jurmala, città balneare lettone sul golfo di Riga, nota per le ville in legno sul mare in stile Art Nouveau, i sanatori di epoca sovietica e la lunga spiaggia sabbiosa. Arriviamo in tre quarti d’ora e fatichiamo un pochino per trovare parcheggio e quando finalmente riusciamo a scendere dall’auto, ci accorgiamo di un camper con targa italiana proprio dietro di noi. Che bel viaggio che devono aver fatto per essere arrivati fin lassù.
Raggiungiamo la spiaggia passando per un viale alberato con case da favola e poi lungo la via pedonale con bar, ristoranti e negozi, praticamente la Ceccarini lettone. Arrivati in spiaggia troviamo una folla incredibile, una distesa di persone a prendere il sole e qualcuno, a dire il vero abbastanza pochi, a fare in bagno nell’acqua di un color marrone non proprio invitante. Spiaggia di sabbia fine, ampia, lunga parecchi chilometri che comprende 14 municipalità (o frazioni), tra cui, una delle più famose è Majori, con le case poco o niente visibili dalla spiaggia perché edificate all’interno, dove si trova una vegetazione anche piuttosto fitta. Jurmala era ed è tuttora frequentata dal turismo “ricco” proveniente dalla Russia.
Lungo il cammino, sulla spiaggia, un’enorme edificio in stile che aveva tutta l’aria di essere un hotel in abbandono e poco più avanti il particolare Baltic Beach Hotel, un cinque stelle a forma di nave, con una splendida attrezzatura di spiaggia, con tanto di gazebo con il lettino per i massaggi. Continuiamo il nostro cammino fino a quando troviamo un’imponente struttura che occupa quasi completamente la spiaggia, lasciando solo qualche metro per passare in riva al mare. Si tratta del campo (o campi) da Beach volley, con delle altissima gradinate, dove si giocavano i campionati europei. Mentre io sono impegnato a fare qualche foto, vedo che Simone che sta cercando di comunicare con una ragazza e guardandola meglio riconosco la nostra conoscente coreana del giorno prima. Incredibile! Ci siamo lasciati dentro un castello, in cima ad un parco enorme e ci ritroviamo in una spiaggia lunga chilometri e frequentata da migliaia di persone.
Arrivati più o meno al capolinea, dopo i saluti decidiamo di tornare a Riga e dato che anche la nostra amica asiatica deve tornare, decidiamo di darle un passaggio. Poco più di mezz’ora di strada e verso le 15 siamo di nuovo nella capitale, dove, dopo aver salutato la signorina, mangiamo qualcosa al solito McDonald’s e giriamo senza una meta precisa per la old city (Vecriga). Alle 19 siamo in hotel.
Ce la prendiamo comoda, tanto è venerdì e faremo un po’ più tardi del solito ed usciamo poco prima delle 22. Ceniamo al solito Lido, che troviamo comodamente sulla nostra strada verso il centro, e un’ora dopo siamo in giro per Riga. Passeggiamo tra la folla del venerdì sera, in una città che adoro, con una miriade di localini sparsi ovunque, nelle piazze del centro così come nelle viuzze acciottolate, con i tavoli all’aperto presi d’assedio da una moltitudine di turisti.
Poco prima dell’una ci rimettiamo in movimento per andare allo Studio69, dove eravamo già stati in alcuni dei precedenti viaggi e di cui abbiamo sempre un ottimo ricordo. Chissà perché? Locale davvero stupendo che fa parte di un complesso in cui ci sono anche un’altra discoteca (La Rocca), uno strip club (Tutti Frutti) e un casinò. All’ingresso ci fanno aspettare un po’ e poi paghiamo 20 euro e finalmente entriamo. Credo ci abbiano fatto pagare il biglietto normale, nonostante ci fosse un concerto, dato che mancavano solamente gli ultimi due brani. Cantava Alekseev, un giovane artista ucraino che dalle ragazze in delirio, penso fosse molto apprezzato. La sala in cui si esibiva era zeppa di persone e provando a buttare là una percentuale, posso stimare in ben oltre il 60% la presenza femminile: tantissime e bellissime le ragazze presenti.
Terminato il concerto molte persone lasciano la discoteca che diventa più vivibile ma sempre al top come presenza femminile e persino le bariste erano delle top model. Il dj alterna musica russa a brani internazionali, tra cui il tormentone Despacito che speravamo di aver lasciato in Italia e invece ci perseguita anche il Lettonia. Rimaniamo fino a quasi le tre e quando scendiamo in strada, la nostra Polo era l’unica auto rimasta e con una temperatura di 21 gradi centigradi, sulle note della bellissima Radio Retro, ce ne torniamo in hotel, dove nonostante l’ora tarda, non riesco ad andare a dormire prima delle 4:15.