Riga Tallinn Helsinki 4

Venerdì 12 agosto 2011

Sveglia alle nove per non perdere l’appuntamento con la colazione e dopo una trentina di minuti scendiamo al ristorante. Finito di mangiare, passo alla reception a chiedere se per favore mi possono stampare la prenotazione modificata dei traghetti (avevo dovuto sostituire la targa) e nonostante una strana procedura (ha voluto che glielo inviassi per email), alla fine me l’hanno fatto.

Appena ritirata la stampa, la signorina mi chiede se, visto che si sono liberate delle stanze, per favore possiamo spostarci in una camera tripla, come effettivamente pagato. Nonostante non sia stato affatto d’accordo, non avevo argomenti da opporre ed ho dovuto acconsentire.

Ormai ci eravamo sistemati così bene che mi disturbava tantissimo doverci spostare e soprattutto stare in tre in uno spazio piuttosto ristretto. Il cambio di stanza ci fa perdere molto tempo e riusciamo a liberarci solamente a mezzogiorno, ricevendo come piccolo risarcimento un secchiello del ghiaccio con all’interno una bella bottiglia di champagne russo. Ma che roba è??

Riusciamo finalmente a partire e come prima meta della giornata abbiamo il parco di Kadriorg che con il navigatore troviamo abbastanza facilmente. Un po più complicato invece è stato lasciare la macchina perché non sapevamo se si potesse, dove ci eravamo fermati. Essendo a 20 metri dall’ingresso del parco avevo paura di essere in divieto ma i cartelli erano incomprensibili e per fortuna abbiamo trovato un’ausiliaria del traffico che ci ha detto: “non si potrebbe, ma siccome sono io che controllo, andate tranquilli”. Grande!!

Ci addentriamo nel parco, dove troviamo il Palazzo di Kadriorg (Kadrioru loss), si tratta del palazzo barocco costruito nel XVIII secolo come residenza estiva per lo Zar di tutte le Russie Pietro I Romanov (detto Pietro il Grande), i lavori iniziarono nel 1718 e furono affidati all’italiano Niccolò Marchetti.

Il palazzo oggi è utilizzato come sede della collezione estera di arte del Museo di Arte Estone Kumu, in alcune costruzioni annesse al palazzo sono ospitati altri musei tra cui il Mikkel Museum (museo d’arte), il Peter I House Museum, la Galleria Kastellaanimaja e l’Eduard Vilde House Museum. Il palazzo è circondato da un grande parco, in origine di quasi 100 ettari, solo in minima parte tenuto a giardino. Annesso all’antico palazzo zarista si trova la residenza del capo dello stato Estone, costruita negli anni ’30 del novecento.

Arrivati alla fine del parco, all’interno di un complesso moderno e spazioso, troviamo il Museo “Kumu” (KUMU Kunstimuuseum), principale museo di arte nazionale del paese. Intuendo che poteva essere interessante, anche se non siamo proprio tipi da musei, io e Simone siamo entrati a visitarlo mentre Claudio ha preferito rimanere a girare per il parco.

All’ingresso del museo, come scenografia, ci sono una decina di palloncini giganti, color argento, zavorrati al suolo ed una lunga scalinata. Ci fanno lasciare le borse ed iniziamo il nostro percorso tra centinaia di opere d’arte estoni, dai classici quadri e sculture alle installazioni più stravaganti e singolari tra cui ha colpito particolarmente la mia attenzione un sistema idraulico che a cadenze di tempo regolari apriva degli ugelli, posti sul soffitto dando forma a delle parole scritte con l’acqua che scendeva. Un po difficile da spiegare (vedi foto) ma molto particolare e bello da vedere.

Tra le cose più strane che ho visto all’interno del Kumu, c’erano senza dubbio delle lumache, all’interno di uno spazio dedicato, monitorate con il gps ed i loro spostamenti venivano trasmessi ad un computer che li evidenziava con delle scie colorate. Ahhh, l’arte!!

Alle 14:45 usciamo dal museo, recuperiamo Claudio e torniamo in centro per mangiare qualcosa (ovviamente McDonald’s) e dopo un rapido giro al centro commerciale, alle 16:20 riprendiamo l’auto per un giro lungo la costa, in cerca di bellezze paesaggistiche.

Arriviamo in un posto bellissimo, che essendo in una specie di golfo, ci offre lo splendido panorama di Tallinn, con le sue torri caratteristiche, al di là di un breve tratto di mare ed il tutto è reso ancora più suggestivo da un cielo carico di nuvole.

Il posto dove ci siamo fermati, è una specie di museo naturalistico (Viimsi Museum) dove, in mezzo al verde, sono sparse alcune antiche case di pescatori con i loro strumenti di lavoro. C’erano reti, cime, paranchi, una barchetta di legno non più in grado di reggere il mare, insieme ad altri arnesi e strumenti del mestiere di cui oltre a non conoscere il nome non saprei indicarne nemmeno l’uso che se ne potesse fare.

Alle 17:30 decidiamo di tornare all’hotel, dove complice la distanza (ci eravamo allontanati abbastanza) ed un po di traffico, arriviamo in tre quarti d’ora. Ad attenderci in camera c’era lo Champagne Russo (mi fa ridere ogni volta che lo scrivo) della mattina che decidiamo finalmente di assaggiare (e devo dire che non era cattivo).

Rimaniamo in hotel fino alle ventuno quando spinti più dalla fame che dalla voglia di uscire, prendiamo la via del centro. A questo punto c’era da scegliere il ristorante e dopo aver fatto un rapido giro, abbiamo deciso per il Chicago, un bellissimo ed elegantissimo pub, con un grande salone centrale ed una parte più riservata in una stanza laterale. Ottimo locale, completamente rivestito in legno, con sedie e poltrone rigorosamente in pelle. C’era musica live, forse un tantino alta di volume, mentre mangiavamo, ma una clientela che era la file del mondo. Veramente bello!

Usciamo dal pub quando manca poco a mezzanotte e dopo un giro nei vari locali (Butterfly Lounge, Rumours, CatHouse..), tra la movida di Tallinn, io e Simone decidiamo di proseguire la serata al Venus Club, la principale discoteca del centro.

Ne usciamo alle 2:30, non proprio soddisfattissimi ed in giro ci sono ancora molte persone. Nonostante la temperatura non fosse proprio caldissima, la gente si ostinava a rimanere nei tavoli all’aperto, avvolgendosi però con le coperte fino al collo, come delle mummie.

Trovato Claudio, alle tre siamo partiti per tornare in hotel dove, tra una cosa e l’altra, quando siamo andati a dormire mancava un quarto alle quattro.

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