Mercoledì 8 agosto 2018
Mercoledì 8 agosto, dopo i tanti preparativi, finalmente si parte. Ritrovo a casa mia verso le 8 e dopo una rapida pesata alle valigie, carichiamo tutto sulla mia macchina e partiamo alla volta dell’Aeroporto Internazionale Galileo Galilei di Pisa, che avevo già usato in precedenza, nel lontano 2007, per la mia prima vera vacanza importante alla volta del Nord Europa (Germania, Danimarca e Svezia).
Viaggio senza nessun tipo di problema, nemmeno quello di conoscere le strade, dato che Simone fa il trasportatore di mestiere e ha lavorato anche con i pullman turistici, e a mezzogiorno e mezzo arriviamo a Pisa. Contatto telefonicamente il signore che ci doveva aprire il cancello di casa e parcheggiamo in uno spiazzo abbastanza ampio, proprio sotto un ponte, quindi anche al riparo da eventi atmosferici potenzialmente problematici. Paghiamo i nostri 35 euro (veniva un po’ di più ma ci ha fatto pure lo sconto) e a piedi raggiungiamo l’adiacente aeroporto.
Leggendo i commenti in rete ero un po’ preoccupato per la severità della compagnia aerea, della quale avevo sentito cose inenarrabili, ma come sempre, quando ci passi di persona ti accorgi che la gente è spesso esagerata e scrive spesso sciocchezze. La Pobeda non è altro che una Ryanair che parla russo e basta semplicemente rispettare quelle poche regole per non aver nessun tipo di problema. Tra l’altro, anche l’aereo è un Boeing 737-800, stesso modello della compagnia irlandese. A differenza della Ryan, però, in questo caso non mi è riuscito di cambiare il mio posto con uno più spazioso ma alla fine, chi se ne frega.
La partenza, programmata per le 14:30, avviene con tre quarti d’ora di ritardo (15:17) e nonostante un piccolo recupero, anche l’atterraggio al Vnukovo di Mosca avviene leggermente posticipato sull’orario schedulato: 18:24 invece delle 18, che con il fuso orario diventano le 19:24. Una volta scesi passiamo al controllo passaporti che tutto sommato è abbastanza spedito, forse perché eravamo l’unico volo a quell’ora, e passato, cerco il modo di fare il biglietto dell’Aeroexpress (Аэроэкспресс), il treno che collega l’aeroporto alla stazione Kiyevsky (Ки́евский вокзал). Per fortuna ci sono le biglietterie automatiche (500 rubli a biglietto) per cui la cosa è più semplice del previsto e con i biglietti in mano procediamo spediti verso i binari.
Arrivati ai binari pensiamo di aver avuto un colpo di fortuna, dato che il treno è già arrivato, ma la realtà purtroppo è differente e con l’orologio che segna le 20:15, ci tocca aspettare tre quarti d’ora. La prossima partenza infatti è alle 21 ma per lo meno possiamo entrare e sederci comodamente. Alle 21 finalmente si parte dal Внуково (Vnukovo) e in meno di 40 minuti siamo alla Киевский вокзал (stazione Kiyevskij), una delle nove stazioni moscovite, l’unica che si affaccia sul fiume Moscova.
Arrivati in stazione, in base alle indicazioni che avevo ricevuto da un amico, usciamo in cerca di un cambiavalute che sarebbe dovuto essere uno dei più convenienti ma purtroppo, nonostante una intensa ricerca, non l’abbiamo trovato. Mangiamo qualcosa in un Kfc, facciamo due passi intorno alla stazione (dove c’è anche il grande centro commerciale Evropeyskiy) e quindi scendiamo a prendere la metro per raggiungere l’hotel. Alla biglietteria, essendomi già precedentemente informato, prendo una Troika card, tessera ricaricabile gratuita (solo 50 rubli di cauzione) che dura per cinque anni e ci carico un migliaio di rubli, poi si vedrà.
Quando mancano una manciata di minuti alle 23 arriviamo alla nostra stazione Partizanskaja (Партизанская), conosciuta fino al 2005 come Izmajlovskij Park, dove l’emozione è grande nel rivedere il monumento prima e una volta usciti, il complesso degli hotel, dove alloggiammo nella precedente vacanza moscovita del 2011. Essere in quel posto mi provoca una strana e bella sensazione, con un continuo susseguirsi di ricordi, di flashback.
Ricordo in maniera molto nitida la prima volta che arrivammo, di notte, quando nel breve tragitto tra la metro e l’hotel venimmo assaliti da persone che si offrivano di portarci i pesanti bagagli. Ero molto impaurito perché nonostante diversi viaggi in giro per l’Europa già sulle spalle, era la prima volta in Russia e non sapevo bene cosa aspettarmi. Stavolta però è tutto diverso, conosciamo la zona, l’ambiente e mi sento pienamente a mio agio, oserei dire quasi “di casa”.
Il complesso Izmailovo (ТГК Измайлово) è costituito da una serie di hotel, intitolati con le lettere dell’alfabeto greco: Alfa, Beta, Gamma, Delta e Vega. Noi siamo al Gamma (Измайлово Гамма) dove, per una doppia senza colazione, per 6 notti, spendiamo circa 240 euro. Un prezzo super vantaggioso in un posto che tutto sommato non è affatto male.
Abbiamo qualche difficoltà per trovare l’ingresso, dato che ci sono dei lavori di ristrutturazione, poi alla fine troviamo alcuni cartelli che indicano la via, passando per il Delta Hotel. Dopo esserci registrati, alle 23:20 siamo in camera.
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