Russia 9

Giovedì 16 agosto 2018

Ieri sera ho fatto tardi (3:30) ma non me ne frega niente, in vacanza si deve dormire lo stretto necessario e anche qualcosina meno, così al suono della sveglia, alle 8:45, sono regolarmente in piedi. Per quando usciamo e finiamo di fare colazione, però, si sono fatte le 11.

Il programma del giorno prevede la visita a Peterhof (Петерго́ф), una delle più grandi meraviglie della Russia. Residenza reale degli zar che grazie alla sua magnificenza e alla sua ricchezza di bellezze architettoniche, è una delle mete preferite dai turisti di San Pietroburgo.

I mezzi per raggiungere quella che viene definita la “Versailles russa”, distante 30 km da San Pietroburgo, sono diversi e gli ampi marciapiedi in zona stazione sono pieni di banchetti e gente con pettorine fluo in cerca di clienti per dei tour organizzati. Si può arrivare inoltre con i mezzi pubblici, con diverse combinazioni di metro + autobus o minivan, dalle stazioni di Avtovo, Leninskiy Prospekt e Prospekt Veteranov e anche dalla stazione ferroviaria Baltiyskiy, prendendo un treno fino alla stazione di Nuovo Peterhof e da li poi con 10 minuti autobus. C’è anche l’opzione “via mare” con l’Hydrofoil, un’imbarcazione veloce che si prende nel porto di fronte all’Ermitage e che ci mette circa 30 minuti ad arrivare (costo 700 rubli).

Noi ce ne freghiamo e interpelliamo l’ottima applicazione Yandex Taxi per mandarci un auto. Il tassista uzbeko ci carica alle 11:30 per farci scendere a destinazione dopo un’ora e qualche minuto, al costo, tutto sommato abbastanza contenuto, di 850 rubli (circa 11 euro).

La fila che incontriamo alle biglietterie è qualcosa di biblico, una vera e propria mare umana, ma controllato più o meno la lista dei differenti tipi di biglietti, ci siamo diretti a quelle automatiche e in pochi minuti, pagando 900 rubli a testa, abbiamo risolto la questione e alle 13 in punto varchiamo l’ingresso del parco.

Insieme al Lago Bajkal, alla Valle dei Geyser, alla Statua della Madre Russia, alla Cattedrale di San Basilio, al Man’pupunёr e al Monte Elbrus, Peterhof rientra nel novero delle Sette meraviglie della Russia e, guardandolo anche solo un istante, se ne capiscono benissimo i motivi. Da alcuni considerata anche più bella e sfarzosa di Versailles, Peterhof è una magnificente reggia degli zar, situata sulle rive del Golfo di Finlandia e fu edificata sotto l’impero di Pietro il Grande. La sua estensione raggiunge addirittura i 607 ettari e comprende un gran numero di palazzi, fontane e parchi.

Peterhof (Петергоф) è una città nel distretto Petrodvortsovy di San Pietroburgo sulla sponda del golfo di Finlandia, situata a circa 30 chilometri a ovest di San Pietroburgo. Questa piccola città è famosa perché qui si trovano i palazzi e i giardini di Peterhof, creati su ordine di Pietro il Grande. Sono conosciuti anche come la “Versailles russa” e sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il complesso è stato la residenza degli zar fino alla Rivoluzione del 1917. Nel 1918 si è trasformato in museo, anche se durante la Seconda Guerra Mondiale è stato occupato e distrutto dalle truppe tedesche. Dopo la Seconda Guerra Mondiale è cominciato il suo restauro, che continua ancora oggi.

Da Wikipedia – La tenuta di Peterhof comprende il Parco superiore, il Parco inferiore e il Parco di Aleksandra, che occupano un’area di circa 607 ettari. Oltre ai numerosi palazzi e alle molte fontane, vi sono viali alberati, sentieri immersi nei boschi e che dominano il Mar Baltico. Le Blond progettò la tenuta del Gran palazzo secondo il formale stile francese, con aiuole geometriche, sculture, chioschi e pergolati. Piante e arbusti, tra i quali alberi di vischio, olmi, aceri e roseti, vennero importati sia dalla Russia sia dall’estero.

Palazzi

  • Gran Palazzo: questo è il palazzo principale del complesso di Peterhof ed è la struttura più imponente dell’intero complesso. Determinante fu l’aggiunta delle ali laterali, realizzate fra il 1745 e il 1755, su commissione della zarina Elisabetta e progettate dall’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli. La “stanza di Çeşme” è decorata da dipinti che raffigurano l’omonima Battaglia di Çeşme, pitture realizzate dal 1771 al 1773 da Jakob Philipp Hackert. Nel Gran Palazzo, la maggior sala di rappresentanza è anche la ricca sala del trono, progettata da Jurij Velten nel 1770.
  • Montplaisir: fu progettato nel 1714 da Johann Braunstein e veniva usato dallo zar prevalentemente per ricevere gli ospiti, pur non risiedendo lui nel complesso di Peterhof.
  • Palazzo Marly: Marly-le-Roi, il capanno di caccia del re di Francia, ispirò Pietro durante le sue visite in Europa nel 1717. Eresse nello stesso anno una modesta residenza nel parco di Peterhof, che poteva accogliere alcuni ospiti. L’edificio si trova in un giardino di sculture e fontane.
  • Padiglione dell’Ermitage: situato in posizione isolata sulle rive del Golfo di Finlandia, questo elegante padiglione costruito tra il 1721 e il 1725 venne progettato da Braunstein come sala da pranzo privata per lo zar e per i suoi amici. La facciata in stucco è decorata con pilastri corinzi, elaborati balconi in ferro battuto e ampie finestre.
  • Cottage: La romantica tenuta-giardino del parco di Aleksandra, dal nome della moglie di Nicola I (1825-1855), costituisce l’ambientazione ideale per il Cottage. Questa residenza neogotica fu costruita tra il 1826 e il 1829 dall’architetto scozzese Adam Menelaws per Nicola I e sua moglie Aleksandra Fëdorovna.

Parchi

  • Parco superiore: giardino alla francese che conta un grande numero di fontane e piscine. Nonostante il nome simile a quello del Parco inferiore, il suo aspetto è differente. Il parco è situato in un’area pianeggiante ed è costituito in gran parte da giardini classici; i boschetti sono pochi.
  • Parco inferiore: giardino alla francese, che anch’esso conserva preziose fontane. Qui, al contrario che nei giardini superiori, prevale il bosco.
  • Parco di Aleksandra: è un ulteriore parco di Peterhof, diverso dagli altri perché più boscoso. Al suo interno si trova un unico palazzo, il Cottage, in stile neoclassico, costruito nella prima metà del XIX secolo, immerso in un giardino lussureggiante. Altro edificio di particolare pregio è la cappella di Aleksandr Nevskij in stile neogotico. Il nome del parco deriva da quello della moglie di Nicola I, che visse nel Cottage per un po’ di tempo.

Fontane

  • Grande cascata: era ornata da statue in piombo che vennero danneggiate dagli agenti atmosferici. Esse furono sostituite da sculture di bronzo nel 1799. Numerosi scultori provenienti dalla Russia crearono questa fontana dai getti mozzafiato.
  • Fontana di Adamo ed Eva: scolpita da Giovanni Bonazza, venne commissionata da Pietro I nel 1718. Le due fontane si riferiscono al paradiso terrestre, ricreato a Peterhof dallo zar.
  • Fontana di Nettuno: esisteva già circa 50 anni prima della costruzione del complesso di Peterhof. La scultura barocca venne eretta a Norimberga nel 1658 per celebrare la fine della guerra dei trent’anni (1618-1648) e fu acquistata dallo zar Paolo I (1796-1801) nel 1782, poiché là non vi era acqua sufficiente per farla funzionare.
  • Fontane romane: furono progettate da Ivan Blank e da Ivan Davydov tra il 1738 e il 1739. Particolari sono quelle in marmo a due piani, simili a una fontana in Piazza San Pietro, a Roma.
  • Fontana piramidale: fu eretta nel 1720. Questa è una delle molte fontane il cui getto crea una forma particolare. Più di 500 zampilli disposti in sette file si innalzano per creare l’obelisco in onore della Russia che vinse la Svezia.

Giriamo per l’immenso parco fino a buona parte del pomeriggio, tra meravigliose fontane, lunghissimi viali e scoiattoli neanche fosse Hyde Park. Arriviamo fino al mare e facciamo un passeggiata sulla spiaggia per poi tornare indietro verso il Gran Palazzo (Большой Петергофский дворец), con tutte quelle statue dorate, così come le cupole a cipolla della chiesa e i numerosi getti d’acqua delle tante fontane sulla scalinata. Una vera e propria meraviglia!

Alle 17:30 decidiamo di tornare in città e incontriamo il primo tassista furfante. Mentre ci riporta a San Pietroburgo, infatti, ci chiede di poter annullare la corsa, in modo da non pagare la commissione a Yandex che gestisce il servizio. Fai un po’ come cavolo ti pare, basta che ci porti in hotel. Come contropartita ci fa pure un piccolo sconto, tipo 70 rubli, per un importo complessivo di 11000 (14,5 euro).

Un’ora esatta di macchina e ci facciamo lasciare al centro commerciale Galerya dove, dopo un panino striminzito a Peterhof, andiamo a mangiare qualcosa di più sostanzioso e alle 19:45 rientriamo in camera, “un po’ stanchini” come direbbe Forrest Gump.

Come accaduto il giorno precedente, a un certo punto, verso le undici e mezza decido di uscire ma dato che Simone dorme come un angioletto, lo lascio riposare a vado in solitaria. Mi fermo per una pizza all’ottimo ristorante Marcelli’s in Nevskij Prospekt, proseguo fino alla Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato (che domani andremo a visitare) e per quando rientro, anche questa notte si sono fatte le tre… e per quando mi metto a dormire passa un’altra ora.

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