Stoccolma 4

Martedì 19 giugno 2012

Sveglia alle otto, doccia, colazione ed alle 9:20 siamo usciti di gran carriera per recarci al Municipio, dove alle dieci sarebbe iniziata la visita guidata in italiano. Non ci siamo resi conto di quanto eravamo vicini, nonostante c’eravamo stati la sera precedente e lo abbiamo raggiunto con largo anticipo, in appena dici minuti.

Dopo aver fatto i biglietti (90 SEK, gratis con la card) per ammazzare il tempo, manco a dirlo, ho fatto qualche foto. Alle dieci in punto siamo stati radunati dalle guide per fare i gruppi, divisi per lingua ed iniziare la visita. Il gruppo di lingua italiana era composta da cinque persone, Giovanni, io, una coppia di fidanzati ferraresi ed una svedese che parlava italiano, forse una futura guida che era li per imparare il mestiere.

Le cose da imparare non è che fossero tantissime, per via della rapidità della visita, ma ci ha fatto piacere ascoltarle in italiano. Appena radunati, il primo avvertimento che ci hanno dato è stato quello di non allontanarci, perché nonostante l’apertura ai turisti, quello era pur sempre il municipio di Stoccolma e c’erano delle misure di sicurezza da osservare.

Da Tripadvisor: Il palazzo del Municipio è riconoscibile da lontano per via dei mattoni rossi, otto milioni si dice ed è in stile romanico, con la guglia di 106 metri sormontata da tre corone dorate. Nel suo interno il meraviglioso Gyllene Salen, Salone Dorato, completamente decorato con mosaici da 18 milioni di tessere d’oro (la guida vi farà notare i grossolani errori dell’architetto). Nella sala consiliare si svolgono le riunioni della giunta comunale di Stoccolma e sempre all’interno delle sue mura si tiene il grandioso banchetto dopo la consegna dei Premi Nobel (fino a 1500 persone). Per quella occasione vengono apparecchiati i tavoli dei partecipanti con un servizio di posate che poi viene riposto fino alla prossima consegna dei Nobel. Il parco del palazzo guarda sull’acqua del lago Mȁlaren ed è formato da un bel giardino con statue e fontane.

Iniziamo la visita da un grande salone che nell’intenzione dell’architetto, doveva rappresentare una piazza italiana, credo San Marco di Venezia. Intenzioni nobilissime ma alla fine ci hanno dovuto mettere un tetto perché a Stoccolma con il clima non si scherza. Come soluzione hanno alzato leggermente la struttura mettendo delle finestre lungo il perimetro della stanza. In quello stanzone viene servita la cena di gala durante la serata dei nobel.

Ci siamo addentrati poi nei meandri dello Stadhuset, camminando speditamente per i corridoi, fino ad arrivare alla stanza più bella e famosa, il salone dorato. E’ stato davvero interessante ascoltare la guida che ci ha spiegato le tecniche di costruzione del mosaico, soffermandosi ampiamente nel descrivere i numerosi errori e le critiche rivolte all’opera. In effetti, fai un mosaico su un muro e tagli la testa ad un cavaliere perché non c’entra? Oppure, raffiguri una donna grande come tutta la parete e la fai somigliare ad un mostro che a dirgli brutta gli fai un complimento!? Va bene l’arte ma il brutto lo riconoscono tutti.

Dopo le ultime interessantissime spiegazioni sulla preparazione della cena per la consegna dei Nobel, dove si cucinava, dove passavano i camerieri e quanto tempo avevano per sparecchiare, avevamo completato il giro.

Siamo usciti alle 10:45 e ci siamo diretti al Palazzo Reale (Kungliga slottet) che in teoria era vicinissimo ma in pratica, per eccesso di sicurezza, non ho guardato la cartina ed abbiamo sbagliato strada. Tornati sulla retta via, alle 11:30 siamo finalmente entrati (100 SEK) e dopo essere partiti da soli, abbiamo trovato una guida italiana con un gruppo di croceristi della MSC e ci siamo accodati. Li abbiamo seguiti ed usufruito delle spiegazioni ma andavano molto veloci ed erano arrivati quasi alla fine.

Dalla rete: Il Palazzo Reale di Stoccolma (Kungliga Slottet), edificio rinascimentale tra i più grandi al mondo, con oltre 600 stanze e cinque musei al suo interno, in origine (tra il XII e il XIII secolo) era un torrione. Il Castello, conosciuto come Tre Kronor (“Tre Corone”), fu distrutto da un incendio e l’attuale Palazzo venne costruito sulle sue ceneri, nel 1754. Il Palazzo è stato costruito in stile barocco italiano, con una gran ricchezza di colori e decorazioni elaborate. Oggi, il Palazzo Reale è aperto al pubblico per visite guidate, in quanto non è più residenza della Famiglia Reale. Al suo interno, comunque, si celebrano eventi relazionati con la monarchia come ricevimenti ufficiali e feste. Ogni giorno si può assistere al caratteristico cambio della guardia. La visita guidata comprende gli appartamenti reali, il Museo Tre Corone (Tre Kronor Museum), situato nell’interrato, con una collezione di reliquie del precedente palazzo, la Stanza del Tesoro, dove si possono vedere le corone reali tempestate di diamanti e preziosi, l’Armeria Reale, dove sono esposte armature e vesti reali, costumi d’epoca e carrozze delle scuderie reali e il Museo delle Antichità di Gustavo III.

Usciti loro siamo usciti anche noi e nonostante ci fossero altre aree del palazzo da visitare, ne avevamo già piene le tasche ed abbiamo proseguito per la cattedrale (Storkyrkan).

Da edreams,it: La Cattedrale di Stoccolma, Storkyrkan, è la prima chiesa della città ed è stata nominata per la prima volta in un testo del 1279. All’interno della cattedrale spiccano elementi decorativi come la statua di San Giorgio e il Drago, realizzata in legno nel 1489. Situata nel centro storico di Stoccolma, questa chiesa di oltre 700 anni è stata ampiamente ristrutturata nel XVIII secolo. Oggi, sono state conservate solo le pietre dell’antico muro.

Terminata la visita alla Storkyrkan, abbiamo fatto una passeggiata per le viuzze della città vecchia, piena di turisti e di negozi di souvenir. Camminando ed osservando le vetrine dei negozi, siamo arrivati alla fine dell’isola, vicino all’ascensore di Katarina. Prendiamo la metro (Slussen) ed alle due siamo torniamo in hotel da cui io sono uscito immediatamente per andare a mangiare (al Vapiano) e Giovanni era rimasto a riposare.

Torno dopo mangiato, carico di iniziative ma Giovanni era più morto che vivo ed allora le nostre strade si sono separate. Mentre lui riposava, io ho sono andato da solo in direzione del Globe Arena, il grande pallone polifunzionale. Purtroppo la linea verde della metro, prima del Globen si divideva in due e non avevo assolutamente la cognizione di dove stessi andando fino a che non ho visto scritto sul display il nome della stazione successiva. Avevo sbagliato!

Pur non essendo il treno per il Globen, ho continuato la corsa perché nelle note della città, avevo segnato un punto di interesse poco più avanti. Si trattava di Skogskyrkogården, il cimitero monumentale della capitale svedese, patrimonio dell’Unesco. Non c’era molto da vedere ma era abbastanza dispersivo per via di un prato infinito che sembrava il desktop di Windows XP.

Da Turistipercaso.it: Skogskyrkogården è un cimitero monumentale realizzato a Stoccolma, agli inizi del ‘900, da due giovani architetti seguaci del funzionalismo: Gunnar Asplund e Sigurd Lewerentz. Ospita le spoglie di personaggi come Greta Garbo. Le lapidi in pietra recano solo nomi perché tutto è silenzio, tutto è essenziale nel Nord, sia per la vita che per la morte. Ci sono solo fiori rossi che nascono dalla terra davanti alle lapidi, con pochissime croci, solo nomi e date, immerse nel prato verde.

Giusto il tempo di camminare da un lato all’altro del cimitero, incontrare un funerale, e sono tornato quasi subito alla metro, questa volta deciso a raggiungere il Globe Arena. Arrivo alle metropolitana alle 16:30 ma essendo in periferia, la frequenza dei treni non era la stessa del centro ed ho dovuto aspettare 11 minuti prima che passasse (in centro si aspettano massimo 3-4 minuti).

Finalmente, dopo la lunga attesa, riesco a raggiungere il famoso Eriksson Globen ma non ce n’era affatto motivo, visto che scopro che l’unica cosa accessibile è la cabina dello “Skyview”. Non si può entrare dentro il “pallone”. Chiedo informazioni alla biglietteria e mi dicono che presto saranno attrezzati anche per delle visite all’interno della struttura. OK, tornerò un’altra volta.

Da wikipedia: L’Ericsson Globe, conosciuto anche con il nome di Stockholm Globe Arena o semplicemente Globen, è un impianto polifunzionale situato nel distretto di Johanneshov presso Stoccolma. La struttura rappresenta la più grande costruzione emisferica del mondo: il suo diametro è di 110 metri ed un’altezza interna di 85. I materiali utilizzati per la sua edificazione sono principalmente acciaio, cemento e vetro. Ha una capacità di 16000 posti a sedere per spettacoli e concerti, e di 14119 per le partite di hockey su ghiaccio o altri eventi sportivi. Nel febbraio 2010 sono stati ultimati i lavori per lo SkyView, ascensore formato da due cabine sferiche di vetro (del diametro di circa 4,5 metri) in grado di portare fino a 16 persone ad un’altezza di 130 metri circa, offrendo una visuale panoramica sulla città.

Si erano fatte le cinque del pomeriggio e non avendo niente di importante da fare, ho girato una mezzora all’interno del grande centro commerciale vicino allo stadio, per poi tornare in centro. Sceso alla T-Centralen, visto che era presto per tornare in hotel e complice la bella giornata di sole, ho passeggiato un po’ per la città scoprendo quanto gli abitanti di Stoccolma siano dediti al rito dell’happy hour. I tavoli all’aperto dei numerosi bar nel Kungsträdgården straripavano di persone e c’era tantissima gente anche all’interno del piccolo parco cittadino, seduta nelle panchine o attorno all’acqua di una grande fontana.

Prima di rientrare, il solito panino al McDonald’s ed alle 19:45 sono tornato al Kungsbron. Giovanni ancora non c’era ma è tornato poco dopo. Pausa lunga, prima della nostra ultima serata che ho impiegato in buona parte per scrivere cartoline. Finalmente, ad un quarto alle undici, siamo usciti in cerca di vita.

Puntiamo decisi nella zona di Stureplan ma non troviamo niente di soddisfacente, così scendiamo verso il Berns, dove entriamo poco dopo la mezzanotte. Le solite belle persone, affollato ma non troppo, un deejay che metteva musica ritmata e fino a che non ha chiuso abbiamo passato una bella serata. Quando era solamente l’una, come per magia, le serrande motorizzate dietro al bar si sono chiuse a coprire le bottiglie e poco dopo, un grosso signore di colore, invitava tutti a sgombrare il terrazzo. Non c’era altro da fare che tornarsene in hotel, dove siamo arrivati verso le due.

Foto